Esercenti: autolesioniamoci…

Il turismo in Ticino è nelle cifre rosse e tanta gente si premura di cercare delle giustificazioni a tale declino: l’Euro debole va per la maggiore, ma forse si dovrebbe cercare di evitare comportamenti incresciosi come quello descritto nell’articolo seguente, estrapolato da un quotidiano di oggi.
Probabilmente, anche se da un giorno all’altro il turismo ticinese dovesse improvvisamente diventare attrattivo (con alberghi dignitosi per tutte le tasche e con le stesse offerte in internet che ogni località turistica offre ai suoi potenziali villeggianti), beh, una pubblicità del genere non aiuterà certamente questo mercato in crisi. Il lavoro più grande va fatto dalle persone che dovrebbero accogliere i visitatori, ma se viene fatto in questo modo…

‘Volete acqua? Quella del Wc ha più gusto’

Un gruppo reduce dalle acrobazie fluviali del canyoning si reca nel ristorante convenzionato con gli organizzatori dell’escursione. Il pasto (maccheronata a volontà per 11 franchi, bibite escluse) è compreso nel prezzo. Qualcuno chiede una caraffa d’acqua del rubinetto “per spegnere i primi ardori di una sete bruciante”, ma la cameriera prima dice che di acqua del rubinetto non ce n’è, poi cambia idea e si presenta con l’agognata brocca. Ma specificando, “in tono scortese e maleducato”, che si tratta di acqua del gabinetto “e che per questo è più gustosa”.

Il fattaccio risale a una domenica di settembre ed è accaduto in un ristorante di una località della Valle Verzasca di cui non faremo il nome. Un fattaccio che, se confermato, in tempi di magra turistica fa pensare. E lascia “sconcertati e allibiti” come sostengono di essersi sentiti i quattro ospiti che erano seduti a uno dei quattro tavoli preparati per le 16 persone della comitiva. Quattro ospiti che, ispirati dalla donna losonese che più di tutti si sente coinvolta, hanno preso carta e penna per raccontare l’accaduto a Ente turistico di Tenero e Valle Verzasca, Gastro Lago Maggiore e al nostro giornale.

La lettera ha toni accesi e riferisce anche di altre insolenze assortite, sempre da parte dell’ineffabile cameriera. Tanto da spingere gli astanti del tavolo in questione a parlare di “maleducazione, assenza di qualsiasi cortesia e gentilezza: ecco il trattamento ricevuto da un gerente di uno di quei locali tipici, tanto cari ai ticinesi come alle guide turistiche!”.

Il bello (o il brutto) è che l’accorato racconto viene confermato parola per parola dalla gerente titolare, che ammette tutto pur non avendo visto niente, trovandosi nella cucina al primo piano. « È tutto vero – dice – purtroppo è successo. Si è trattato di un atteggiamento inqualificabile da parte di una nostra collaboratrice saltuaria, che abbiamo ovviamente sgridato e invitato a cambiare registro ». Aggiunge però che « questa situazione incresciosa è di sicuro il risultato di ritmi di lavoro spesso eccessivi, abbinati a certa clientela molto difficile da trattare. Spiace. Ma spiace anche, e forse addirittura di più, che chi ha scritto la lettera l’ha indirizzata… a tutto il mondo salvo che a noi. Le lamentele vanno fatte sul posto, faccia a faccia, così da potersi confrontare per cercare giustificazioni e soluzioni. Invece tutto passa sotto silenzio e un giorno arriva una lettera di quel tenore ». Fatto sta che la gerenza, sollecitata dall’Ente turistico, ha già inviato tutte le scuse del caso alla prima firmataria della lettera. Con tanto di invito a una cena di cacciagione, annaffiata da buon vino (o acqua, ma del rubinetto).

Fonte: LaRegione Ticino, Davide Martinoni

2 thoughts on “Esercenti: autolesioniamoci…”

  1. Art. 61 cpv. 2 Legge cantonale sugli esercizi pubblici

    Quando vengono serviti pasti principali il gerente, su richiesta, deve fornire gratuitamente dell’acqua potabile.

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