“Effetti collaterali” dei film in 3D

Il colossal fantascientifico Avatar è atterrato nei cinema italiani il 17 gennaio e con Avatar sono arrivati anche gli occhialini per la visione tridimensionale che garantiscono brividi a iosa per gli spettatori improvvisamente immersi in una incredibile foresta similtropicale, in compagnia di alieni blu alti tre metri, tra fischiar di frecce, sibilare di giganteschi animali e rombi di micidiali armi umane.

Mentre la gente applaude a film, e occhialini «magici», al ministero della Salute ci si preoccupa per i rischi igienico-sanitari connessi al loro uso e il termine è un eufemismo per parlare di pediculosi, insomma di pidocchi, che potrebbero agevolmente «saltare» da una testa all’altra, prendendosi un «passaggio» sulle stanghette degli occhiali.

Da qui una nota ufficiale del ministero, del 17 febbraio, che invita i gestori dei locali a pulire e disinfettare gli occhialini prima di consegnarli agli spettatori. Anche se sarebbe decisamente più semplice usare il modello «usa e getta» già adottato in diversi cinema. E non c’è solo il rischio pediculosi, anche infezioni alle cute e agli occhi (come per altro precisa la nota del ministero) potrebbero diffondersi con l’utilizzo «promiscuo» degli occhialini. Precisa Paolo Vinciguerra, responsabile del servizio di oculistica dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano: «La condivisione in questo caso non è una bella idea, effettivamente potrebbero “passare”, da una persona all’altra, micosi cutanee ma anche congiuntiviti: basta che una lacrima cada sul viso e va a toccare gli occhialini. E le congiuntiviti possono essere anche difficili da curare»

Ci sono altri rischi per gli occhi?

«Per rispondere, bisogna prima chiarire che cos’è la visione in 3D. Nella cinematografia “stereoscopica”, la cosiddetta 3D, sullo schermo vengono proiettate due immagini sovrapposte. Con gli occhialini polarizzati ogni occhio può vedere una sola delle due immagini ( solitamente riprese in modo da accentuare il senso di tridimensionalità più di quanto si percepisca nella realtà ); il cervello ricevute le due immagini le elabora e ricostruisce una visione tridimensionale che, alle due dimensioni “solite”: larghezza e della lunghezza, aggiunge la profondità». E, allora, che cosa accade? «Gli occhi sono per così dire “sconcertati” da questa visione di tridimensionalità accentuata e lo è pure la mente. Da qui l’affaticamento per entrambi. Vorrei anche aggiungere che c’è polarizzazione e polarizzazione, pensiamo a un buon filtro polarizzante per una buona macchina fotografica: costa sui 100, 150 euro. Quanto possono costare, e valere, occhialini di plastica o usa e getta?

Ci sono problemi latenti che possono emergere proprio con l’uso degli occhialini 3D? «Sì, e mi riferisco a problemi del coordinamento visivo, che non sono veri strabismi, ma che nella visione “aumentata” della 3D, in cui i due occhi lavorano diversamente, possono “slatentizzare” disturbi sopiti». Chi porta lenti correttive può avere fastidi in più? «Sì, se la correzione non è “corretta” o perché la doppia lente, di occhiali più occhialini, può dare origine a riflessi». E in chi ha gravi problemi a un solo occhio, tali da comprometterne la funzionalità? «La visione tridimensionale in se è compromessa e il film potrebbe essere particolarmente stancante e dare problemi di visione».

Tra chi ha assistito al film (che per altro dura oltre tre ore , ben oltre i filmati che vengono trasmessi nei vari «Disney mondi» in giro per il globo), c’ anche chi accusa vertigini, senso di nausea, come mai?

Risponde Fabio Frediani, direttore dell’Unità operativa di Neurologia e del Centro Cefalee del Policlinico San Pietro a Ponte San Pietro (Bergamo): «La funzione dell’equilibrio è retta da apparato visivo, cervelletto – il “direttore d’orchestra” del movimento – e colonna cervicale, che ci dice in che posizione è il capo e l’intero corpo. In situazioni di normalità le informazioni che vengono da tutti e tre questi sistemi si integrano, ma questo può non accadere con la visione in 3D in cui cervelletto e colonna cervicale continuano a lavorare come al solito, ma l’apparato visivo fa un lavoro assai diverso da quello cui è abituato, da qui una specie di “scoordinamento” tra i tre con la comparsa di nausea e vertigini».

C’è anche chi lamenta mal di testa dopo la visone di Avatar, lei ne sconsiglierebbe la visione ai cefalgici? «Teoricamente, con l’occhialino si va ad alterare un meccanismo già preordinato della visione binoculare e la conversione dalla solita visione bidimensionale a quella tridimensionale richiede l’attivazione nel nostro cervello di vie nuove e questo sforzo, oltre a quello dell’apparato visivo, potrebbe favorire l’insorgere di mal di testa. Detto questo, a chi già soffre di cefalee, consiglierei il buon senso: si può iniziare a vedere Avatar, o i probabili tanti altri film simili che arriveranno in futuro, ma se insorgono problemi meglio rinunciare. È possibile, poi , che eventuali fastidi si presentino non subito, all’inizio della proiezione, ma col proseguire della visione di questo genere di pellicole».

tratto da Corriere della Sera, Daniela Natali

One thought on ““Effetti collaterali” dei film in 3D”

  1. L'unico effetto collaterale che ho notato guardando Avatar era un leggero dolore al naso, visto il peso degli occhialini. Mi ritrovavo a tenerli su con un dito, ed era abbastanza fastidioso.

    La soluzione proposta nell'articolo di usare gli occhialini usa e getta non è applicabile, visto che sono di qualità inferiore rispetto a quelli attivi usati p.es. al Cinestar. Ma mi preoccupano le potenziali altre "porcherie" che si possono contrarre a causa di questo nuovo modo di andare al cinema.

    Mia proposta: i cinema potrebbero mettere in vendita gli occhialini a chi desidera acquistarli, p.es. a chi ci va spesso. Ma penso che abbia solo senso quando i film in 3D saranno un po' più frequenti che a 1 all'anno o poco più.

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