Esercenti: autolesioniamoci…

Il turismo in Ticino è nelle cifre rosse e tanta gente si premura di cercare delle giustificazioni a tale declino: l’Euro debole va per la maggiore, ma forse si dovrebbe cercare di evitare comportamenti incresciosi come quello descritto nell’articolo seguente, estrapolato da un quotidiano di oggi.
Probabilmente, anche se da un giorno all’altro il turismo ticinese dovesse improvvisamente diventare attrattivo (con alberghi dignitosi per tutte le tasche e con le stesse offerte in internet che ogni località turistica offre ai suoi potenziali villeggianti), beh, una pubblicità del genere non aiuterà certamente questo mercato in crisi. Il lavoro più grande va fatto dalle persone che dovrebbero accogliere i visitatori, ma se viene fatto in questo modo…

‘Volete acqua? Quella del Wc ha più gusto’

Un gruppo reduce dalle acrobazie fluviali del canyoning si reca nel ristorante convenzionato con gli organizzatori dell’escursione. Il pasto (maccheronata a volontà per 11 franchi, bibite escluse) è compreso nel prezzo. Qualcuno chiede una caraffa d’acqua del rubinetto “per spegnere i primi ardori di una sete bruciante”, ma la cameriera prima dice che di acqua del rubinetto non ce n’è, poi cambia idea e si presenta con l’agognata brocca. Ma specificando, “in tono scortese e maleducato”, che si tratta di acqua del gabinetto “e che per questo è più gustosa”.

Il fattaccio risale a una domenica di settembre ed è accaduto in un ristorante di una località della Valle Verzasca di cui non faremo il nome. Un fattaccio che, se confermato, in tempi di magra turistica fa pensare. E lascia “sconcertati e allibiti” come sostengono di essersi sentiti i quattro ospiti che erano seduti a uno dei quattro tavoli preparati per le 16 persone della comitiva. Quattro ospiti che, ispirati dalla donna losonese che più di tutti si sente coinvolta, hanno preso carta e penna per raccontare l’accaduto a Ente turistico di Tenero e Valle Verzasca, Gastro Lago Maggiore e al nostro giornale.

La lettera ha toni accesi e riferisce anche di altre insolenze assortite, sempre da parte dell’ineffabile cameriera. Tanto da spingere gli astanti del tavolo in questione a parlare di “maleducazione, assenza di qualsiasi cortesia e gentilezza: ecco il trattamento ricevuto da un gerente di uno di quei locali tipici, tanto cari ai ticinesi come alle guide turistiche!”.

Il bello (o il brutto) è che l’accorato racconto viene confermato parola per parola dalla gerente titolare, che ammette tutto pur non avendo visto niente, trovandosi nella cucina al primo piano. « È tutto vero – dice – purtroppo è successo. Si è trattato di un atteggiamento inqualificabile da parte di una nostra collaboratrice saltuaria, che abbiamo ovviamente sgridato e invitato a cambiare registro ». Aggiunge però che « questa situazione incresciosa è di sicuro il risultato di ritmi di lavoro spesso eccessivi, abbinati a certa clientela molto difficile da trattare. Spiace. Ma spiace anche, e forse addirittura di più, che chi ha scritto la lettera l’ha indirizzata… a tutto il mondo salvo che a noi. Le lamentele vanno fatte sul posto, faccia a faccia, così da potersi confrontare per cercare giustificazioni e soluzioni. Invece tutto passa sotto silenzio e un giorno arriva una lettera di quel tenore ». Fatto sta che la gerenza, sollecitata dall’Ente turistico, ha già inviato tutte le scuse del caso alla prima firmataria della lettera. Con tanto di invito a una cena di cacciagione, annaffiata da buon vino (o acqua, ma del rubinetto).

Fonte: LaRegione Ticino, Davide Martinoni

USA 2012… Due settimane di puro entusiasmo

Da qualche anno mancava all’appello il continente americano e, complice una preventivata da tempo gita di famiglia, per le vacanze estive del 2012 abbiamo optato per una scampagnata di diverse tappe negli States.
Il viaggio è stato confezionato cercando di mescolare in un cocktail esplosivo ciò che di più diverso gli Stati Uniti hanno da offrire: la baraonda della metropoli, la quiete della natura montagnosa ancora incontaminata e l'”all-in-one” di un’unica grande città, dal mare alle montagne.

La prima tappa è stata una vecchia conoscenza: New York.
Qui, accompagnati da babbo Ernesto, mamma Francine, Nicolà (il brother) e Lucia (la futura cognata), abbiamo soggiornato presso l’Hotel Intercontinental Times Square, nel centro del cuore pulsante della Grande Mela.
Nei giorni della nostra permanenza abbiamo svolto svariate attività, da quelle culturali a quelle culinarie, da quelle più frivole a quelle più impegnative.
Degne di note le cene presso Megu o Ruth’s Chris Steakhouse o la colazione da Sarabeth’s per restare nel ramo alimentare.
L’immancabile Statua della Libertà e relativo museo di Ellis Island, la portaerei Intrepid ed i suoi aerei ed elicotteri, il Museum of Modern Art, il Top of the Rock, la Grand Central Terminal o ancora il Memorial del 9/11 sono le attrazioni che questa volta hanno colto la nostra attenzione.
La Fifth Avenue ed il suo shopping (evitiamo in questa pagina di linkare tutti i negozi visitati ahahahah), Times Square, Central Park, Battery Park e molti altri classici luoghi ci hanno deliziato nei momenti più leggeri e distensivi che in ogni vacanza devono esserci.

Eccovi le foto della tappa a New York.

Dopo la parentesi metropolitana, ci siamo imbarcati su un volo interno della Frontier Airlines che ci ha portati a Denver ed in seguito su un altro volo che ci ha trasportati dritti dritti nel cuore del Wyoming, a Jackson e nella sua regione. Lì ci attendevano gli zii di Manuel, Monica e Beat ed i loro cuccioloni Chief e Mahko.
Partendo dalla magnifica casa di Monica e Beat, adagiata su una collina con un’imperdibile vista, abbiamo svolto innumerevoli giri nella regione: ci siamo lasciati travolgere dal clima festoso di un rodeo, abbiamo visto da molto vicino un branco di bufali (e poi ce ne siamo mangiati pure un pezzo per cena), abbiamo goduto del panorama del massiccio del Grand Teton, abbiamo raggiunto la cima della Rendezvous Mountain, abbiamo seguito i rafter sullo Snake River e macinato centinaia di chilometri tra Wyoming ed Idaho… Una vera full immersion nell’America più remota e profonda.

Qui di seguito trovate le foto della visita in Wyoming:


A bordo di due diversi aerei della Delta Airlines (qui si capisce quando la gente dice che in America gli aerei sono equiparati agli autobus e tutti, bambini compresi, fanno quel che vogliono…) abbiamo raggiunto Los Angeles, passando dapprima da Salt Lake City.
Dopo un’ora di attesa per ricevere la nostra auto a noleggio, a notte inoltrata abbiamo raggiunto il nostro albergo a West Hollywood.
Il mattino seguente, accompagnati gentilmente da uno Swiss-Angeleno molto cortese ed appassionato della sua città, abbiamo scoperto le bellezze della località californiana. Michael ci ha scarrozzati dai monti al mare, dai quartieri dell’economia a quelli del cinema, dello sport e delle Very Important Persons, senza dimenticare i sobborghi multiculturali e quelli della comunità arcobaleno. Troppo complesso linkare qui tutto quello che abbiamo potuto conoscere dalla bocca del nostro cicerone, ma siamo certi che una guida turistica come la nostra in molti ce la possono invidiare. Grazie.
I due ultimi giorni di soggiorno a Los Angeles li abbiamo passati tra le stelle di Hollywood, agli Universal Studios (che Milijan credeva fino in ultimo che fossero unicamente gli studi cinematografici e non un parco dei divertimenti) e lungo le spiagge di Santa Monica e Venice Beach. Eh no, il mare non poteva mancare…

Così come non possono mancare le foto del nostro tour a Los Angeles e dintorni.


Dopo una decina di giorni su suolo americano, a malincuore ma con mille ricordi, eccoci di nuovo a casa, a riprenderci dal jetlag (anche se meno duro del previsto, grazie ai comodi sedili ed all’ottimo servizio della business class della nostra compagnia di bandiera) e a rielaborare alcuni degli scatti più caratteristici di questa entusiasmante vacanza…

Amsterdam: top e flop

Dopo aver visitato come ultima meta una capitale dell’Europa del sud, abbiamo nuovamente optato di viaggiare più verso nord…
La destinazione prescelta questa volta è stata Amsterdam.
Per rendere il resoconto della vacanza meno accademico, suddivideremo qui di seguito gli avvenimenti ed i luoghi “top”, che ci hanno positivamente impressionato, da quelli “flop”, ovvero ciò che ci ha lasciato un po’ l’amaro in bocca…
TOP
– La location dell’albergo (leggere tutto il testo, prima di eventualmente prenotare) che abbiamo scelto, a due passi dalla stazione centrale.
– La cordialità e l’efficienza del personale dell’albergo, nell’affrontare un nostro spiacevole reclamo.
– La gentilezza in generale della popolazione cittadina.
– L’utilizzo semplice ed efficace della rete dei trasporti pubblici (tram e bus), grazie alla carta illimitata di 72 ore.
– L’imperdibile “sightseeing” sui canali (ci sono diverse compagnie, non è detto che quella scelta da noi sia la migliore), per vedere la città da un’altra angolazione.
– L’impressionante didattica nelle presentazioni delle varie stanze del museo della navigazione.
– La replica del veliero “Amsterdam” ormeggiato presso il museo della navigazione e visitabile come parte dell’esposizione.
– La visita al Museo di Van Gogh, dove sono esposte alcune delle sue importanti opere e dove è possibile conoscere un po’ meglio la sua travagliata vita.
– La possibilità di acquistare il biglietto d’entrata per il museo di Van Gogh presso il museo dei diamanti (a poche centinaia di metri di distanza), per poi poter evitare di restare in coda ed entrare sorpassando la fila.
– La terrazza del museo Nemo, dove ipotizziamo che si possa godere di un bel panorama in caso di bel tempo.
– La Westerkerk e la gratificante vista dopo aver “scalato” parte della sua torre campanaria, nella quale è pure presente un interessante carillon di campane.
– L’Homomonument, un invito alla tolleranza ed un pensiero alle vittime dell’omofobia nel tempo e nei vari luoghi del mondo.
– La grande e brulicante (con il bel tempo) piazza Dam, con alcune similitudini con Radhuspladsen di Copenhagen.
Leidseplein, una bella piazzetta ricca di bar e relative terrazze; dev’essere decisamente piacevole passare lì le tiepide serate estive.
– La turistica scritta I Amsterdam nei pressi della Museumplain, dove i turisti si mettono nelle pose più improbabili per farsi scattare delle foto ricordo.
– L’unico mulino a vento presente ancora nel quartiere centrale (il mulino De Gooyer), che dà quel tocco di Olanda, se non ce ne fosse già abbastanza.
– Il negozio di lampade Nikoo, vicino alla Westerkerk: non è un museo, ma in fatto di design sa il fatto suo, eheheh.
– L’Apple Store: laddove c’è, non si può non andarci.
– Le pittoresche passeggiate lungo i canali, assaporando la particolare architettura della cittadina, decisamente a misura di turista “pigro”, con dimensioni relativamente ridotte della parte visibile di città e molti bar e ristoranti in ogni angolo.
– Le pittoresche – questa volta in un altro senso – scampagnate nel “Quartiere a luci rosse De Wallen”, con i saluti e gli occhiolini delle avvenenti signorine sedute in vetrina nell’attesa di donare piacere a qualche allupato cliente.
– La salutare camminata nel Vondelpark, con i suoi prati, i laghetti ed un sacco di gente che corre, va in bicicletta, in roller o semplicemente a passeggio.
– La senape al miele da abbinare al famoso formaggio Gouda, comperata poi in aeroporto allo shop tax-free, altrimenti non potevamo metterla nel bagaglio a mano.
– I succulenti hamburger preparati freschi davanti ai tuoi occhi in uno dei tre Burger Bar (peccato che abbiamo scelto il più piccolo dei vari locali presenti in città).
– Il design ed il discreto filetto di manzo presso il ristorante Cau.
– L’ottimo e piccantissimo filetto di manzo Bali, mangiato nel folcloristico ristorante Loetje (armarsi di pazienza prima di riuscire ad avere un tavolo!)
– Le buone colazioni (uova, salmone, bacon,… oppure anche gli Scones con la marmellata) nel ristorante Greenwoods, il locale in prima posizione secondo gli utenti di Trip Advisor.
FLOP
– I passeggeri sempre più maleducati e che rispettano sempre meno le semplici regole su di un volo, nonostante gli avvisi del personale di volo di Swiss.
– Il cartellone degli orari del treno in partenza dall’aeroporto di Schipol che ci ha indotto a prendere il treno sbagliato (ma senza troppe conseguenze).
– Il rumore prodotto dal cantiere sotto alla prima camera dell’albergo che ha fatto sì che chiedessimo una nuova stanza alle 2:30 di notte…
– Le dimensioni della seconda stanza ricevuta, ma per lo meno non c’era rumore.
– La coda davanti alle casse del museo di Van Gogh e della casa di Anne Frank (si parlava di tre ore di attesa), ma prontamente “scavalcata” nel primo caso.
– Le scale strettissime per salire sulla torre campanaria della Westerkerk (ma ne vale la pena).
– I due musei dell’Eros, che potevano offrire una qualità forse più stravagante.
– Lo Starbucks della stazione minuscolo e dove non si riesce a trovare posto. In caso di bisogno c’è un altro bar della catena lungo una delle linee del tram del centro.
– I pericolosi ciclisti che sbucano da ogni dove a velocità sostenuta e che non danno la precedenza ai pedoni.
– Il brutto tempo, che rende ovviamente meno pittoresca questa bella città.
E…
– Tutte le viuzze ed i monumenti che ci siamo persi, ma così abbiamo una scusa per tornare lì in vacanza.
E come sempre, vi lasciamo a una piccola collezione di foto scattate durante la breve vacanza.

Salone dell’auto 2012

Dopo una qualche edizione di assenza dalla kermesse, complice anche il “ponte di San Giuseppe”, siamo ritornati sulle rive del lago Lemano per guardare cosa offre il mercato automobilistico attuale.

Siamo partiti alla volta di Ginevra senza idee di cambiare vettura, visto che quella attuale ci soddisfa pienamente, però ammettiamo che un’automobile ha fatto breccia nei nostri cuori (soprattutto in quello di Manuel) e si appresta a diventare la candidata numero uno come in successione alla lunga stirpe delle auto di famiglia, ahahah…
No, non è un’Audi, nonostante nella gallery fotografica vi siano diverse foto della nuova A3: bellina, ma non entusiasmante… Ciò che entusiasma è altro, sempre della Germania, ma non più di Ingolstadt: “tradiremo” i quattro anelli???
Beh, chi lo sa, per intanto godetevi alcune foto

Vacanze a Roma

Con qualche settimana di ritardo, ecco che oggi ci mettiamo a scribacchiare un po’ in merito alle nostre vacanze autunnali.
Il ritardo non è certamente dovuto al fatto che non vogliamo parlare dei nostri accompagnatori – Ale&Fra – che hanno aiutato a dare al soggiorno quel tocco di divertimento in più, bensì al fatto che non siamo rincasati (soprattutto Milijan) con un grande entusiasmo in merito alla località visitata.
Certo, di posti piacevoli ed interessanti ne abbiamo visti parecchi (Piazza di Spagna, Piazza Navona, il Vittoriano, la Fontana di Trevi, il Pantheon, il Colosseo ed il quartiere di Trastevere), però, purtroppo, il caos, il traffico parassitario, la sporcizia, la trascuratezza e la maleducazione di molti turisti non danno giustizia ad una città che potrebbe essere un vero e proprio gioiello. È un vero peccato vedere come si riesce a rovinare un simile luogo “monumentale”.
Vabbeh, a parte ciò vogliamo lo stesso condividere con voi qualche fotografia, scattata rigorosamente con il nuovo iPhone 4S di Manuel, che ora può sostituire tranquillamente la “vecchia” Cybershot delle vacanze, così come pure due link di due ristoranti dove ci siamo trovati davvero bene. Entrambi sono a Trastevere e sono: Ristorante da Meo Patacca e Ristorante Sabatini.
Ovviamente se qualcuno non condivide il parere espresso in modo molto diplomatico da Milijan, non esiti a controbattere nei commenti, eheheh. I giudizi sono sempre soggettivi…

È morto Steve Jobs

Il 5 ottobre 2011 è morto Steve Jobs. Questa è la dichiarazione ufficiale di Apple.

Apple has lost a visionary and creative genius, and the world has lost an amazing human being. Those of us who have been fortunate enough to know and work with Steve have lost a dear friend and an inspiring mentor. Steve leaves behind a company that only he could have built, and his spirit will forever be the foundation of Apple.

Lui ha rivoluzionato il modo in cui questo mondo vive la tecnologia. È stato un imprenditore a non avere solo dei clienti, ma anche dei fan, in una misura mai vista prima. Un genio della comunicazione, con le idee futuristiche giuste al momento giusto. Grazie per quello che ci hai portato. R.I.P. Steve.

Elezioni Federali: gli “outsider”…

È tempo di elezioni… Devo ammettere che la campagna elettorale non mi entusiasma quanto quella per la votazione in merito all’aggregazione denominata “Grande Locarno”, i cui risultati è meglio non commentarli, se non con un un’unica parola: delusione.

Per quanto riguarda il 23 ottobre, in Ticino a farla da padroni sono, come è normale che sia, i partiti più “tradizionali”… Ci sarà un po’ di battaglia e vedremo quali piccoli-grandi cambiamenti ci saranno. C’è qualche outsider con alcune chanches ed anche alcuni gruppi che probabilmente non avranno possibilità alcuna. Qualche lista “di folklore” per dare quel tocco di originalità in più, ma poco altro.
Sulla stampa ho letto che anche nel resto della Svizzera ci sono nuovi partiti in corsa e vorrei proporvi un simpatico articolo apparso oggi su un quotidiano. Percarità, non tutte le idee sono da buttare, ma buona parte di questi personaggi sono decisamente poco eleggibili.
Buona lettura e buona elezione (yes, quest’anno anche per corrispondenza) a tutti!!!
Federali, l’arrembaggio degli outsider
Berna – Le elezioni federali del 23 ottobre hanno suscitato l’apparizione in svariati cantoni di formazioni marginali e a volte singolari che aspirano tutte a ottenere un seggio in parlamento. E ce ne sono davvero per tutti i gusti. Si va dal buffone autoproclamato, al profeta, alle liste contro la tecnologia o a favore della stessa, da coloro che vogliono una cosa a chi auspica un disegno diametralmente opposto nel medesimo settore. Comunque sia tutte queste liste hanno già superato l’ostacolo rappresentato dal numero di firme necessario per potersi candidare avendo già tutte rispettato questa formalità. Ciò vuol dire che anche le formazioni più bizzarre suscitano un certo, seppur limitato, interesse.
A Zurigo, il ’partito svizzero dei buffoni’ è stato creato dal poeta e libero pensatore Hanspeter Kindler, secondo cui i buffoni « possono almeno vantarsi di annoverare l’onestà » fra le loro qualità. Il partito « che sa di non sapere niente » è nato – spiega il suo fondatore – sulla scia della « farsa politica » suscitata dall’iniziativa Minder contro le retribuzioni abusive.
Sempre a Zurigo, è comparso anche il ’partito anti-Powerpoint’ (Appp) che ha quale obiettivo di frenare il ricorso sistematico a questo software di presentazione. Ancora a Zurigo, la lista ’Subitas’ di Alfredo Stüssi – che subentra al defunto e antifemminista ’partito degli uomini’ – milita per la causa dei papà e a favore della parità fra i sessi.
Preoccupati per il crescente peso dei gruppi religiosi conservatori, i fautori della lista ’Senza confessione’ di Zurigo auspicano la separazione totale fra Stato e religione, sostengono l’assistenza al suicidio e l’adozione da parte delle coppie omosessuali.
A Basilea, la lista ’Stato libero della piccola Basilea’ propone di riunire le regioni di tre paesi: Basilea Città, Basilea Campagna, il Fricktal (due distretti argoviesi ad est di Basilea), la parte settentrionale di Soletta, l’Alsazia (F) e la zona meridionale del Baden-Württemberg (D).
Nel canton Berna, la lista ’Jimy Hofer plus’ reca il nome di un municipale della città, centauro e musicista di bluesrock, che proclama di poter « dire e fare ciò che c’è da dire e da fare, anche a Palazzo federale ».
I candidati della lista ‘Alpenparlament’, dal canto loro, hanno scelto quale emblema le tre vette dell’Oberland bernese (Eiger, Mönch e Jungfrau) che incarnerebbero la trinità cosmica: il cielo, l’uomo e la Terra. Sono favorevoli alle tecnologie rinnovabili, a uno stile di vita sano e al ricorso alle medicine naturali.
A Ginevra, il ‘profeta’ Paul Aymon ha fondato la lista ‘Alleanza blu contro il furto autorizzato delle assicurazioni malattia’, che propone di calcolare le tariffe mediche in base a quelle praticate in Francia.
Il ‘partito integrale svizzero’ – che annovera la sua prima sezione cantonale a Friburgo – preconizza dal canto suo una politica basata sulla maturazione della coscienza, l’educazione olistica e la solidarietà. Creato nel luglio 2009, il partito ’Pirata’, infine, afferma di non essere né di destra né di sinistra, ma « davanti ». La formazione presente in una decina di cantoni vuole rappresentare gli interessi della « generazione digitale », impegnandosi per la protezione dei dati e la sfera privata. ’Les Rauraques’ del canton Berna, da parte loro, si mobilitano per la difesa della gioventù giurassiana.

Sbroia? Sbroia!

Eccoci in quel di Vezia da poco più di una settimana…

La ditta di traslochi che ci è stata consigliata da più fonti ha lavorato in maniera impeccabile e, nonostante il caldo torrido della settimana in cui ci siamo spostati, ci siamo rimboccati le maniche ed in pochi giorni abbiamo svuotato tutte le casse di oggetti ed oggettini vari e ci siamo installati nel nostro nuovo nido. Mancano ancora alcuni dettagli: tende, quadri e qualche lampada, ma vi promettiamo di pubblicare qualche immagine dell’appartamento nei prossimi giorni.
Oggi colgo l’occasione per trascrivere un articolo letto su un quotidiano sopracenerino: il testo parla degli “sbroia”, cercando di dare qualche spiegazione sul termine che viene dato ai Luganesi.
Visto che in questi giorni mi è stata rivolta in qualche occasione questa parola, l’articolo “cade a fagiolo” per… farsi qualche risata.
Buona lettura 🙂
Lo ‘sbroia’ che ha fatto grande Lugano (di Paolo Bobbià)


Cittadino fino al midollo, griffato se le finanze lo permettono (se no c’è sempre il tarocco), imbellettato o comunque dall’aspetto curato e alla moda, spesso lavora in un ufficio della city , una banca o un’assicurazione, ma questo non è indispensabile. Imprescindibile è forse invece una simpatia per l’Hockey o il Football club della Città.
Ecco un plausibile identikit dello sbroia , un epiteto né gradevole né particolarmente gradito, che nel tempo ha acquistato il valore di snob, con la puzza sotto il naso. Una sorta di baüscia milanese, in salsa luganese.
Questo lo sbroia di oggi. Ma tanto alti di naso non erano gli originali, ovvero coloro i quali, appena tornati dal Ceresio carichi di pescato, pulivano il pesce prima di metterlo in vendita. Sbroia deriverebbe infatti da sbroia botass osbroia botasc che è appunto chi svuotava le pance dei pesci dagli intestini. Un lavoro che chiaramente poco ha a che vedere con l’essere snob, e soprattutto assolutamente impraticabile con la puzza sotto il naso.
Questa non è l’unica ipotesi sull’origine del termine, ma per noi la più curiosa, soprattutto alla luce di come i cittadini luganesi sono oggi visti dagli altri ticinesi, più a nord come più a sud.
I tempi sono appunto cambiati e sbroia è divenuto oggi il luganese secondo lo stereotipo e per estensione pure chi, fuor di provincialismo, concede parecchio spazio alla forma e forse meno al contenuto. Non sarà un carattere peculiare del Gigi di Viganello , per intenderci, ma di uno che del meno pocia e püsee susctanza non ha di certo fatto la sua filosofia di vita.
Tornando a pensare a ciò che succedeva su quello stesso lungolago oggi punteggiato da turisti e mojito, realizziamo sempre più con fatica che laddove ora campeggiano i menù dei ristoranti fini o le insegne delle boutique trendy, stavano appese sgocciolanti le reti da pesca e ai piedi delle colonne che incorniciano i palazzi di banche e fiduciarie stavano accatastate le cassette del pescato. Quelle nasse che oggi vengono ricordate solo dal nome della via più chic della città: via Nassa, appunto. Là dove venivano appoggiati i contenitori di legno umidi e puzzolenti di pescato, oggi vengono posate le pelli più ricercate di borse e valigette griffate. O al massimo deretani avvolti da jeans all’ultimo grido.
Segni dei tempi, segni della ricchezza che il lago ha donato a questa terra, prima con la pesca, poi col turismo, fino a farla diventare la prima e forse l’unica città a sud delle Alpi.
Una città che però non ha dimenticato chi la fortuna di essere sbroia (nel vero senso del termine) non l’ha avuta. Nel 2010 lo ha fatto versando oltre 28 milioni quale contributo di livellamento a vantaggio dei comuni meno abbienti.
Un aiuto fondamentale per una più equa ripartizione delle risorse sul territorio ticinese, anche se a volte si ha l’impressione che questo aiuto addormenti la progettualità e l’imprenditorialità di altre terre, magari più a nord, sicuramente non meno ricche di possibilità.
Essere sbroia sembra ora forse un epiteto meno offensivo, almeno per chi la puzza sotto il naso è un profumo di lago.


Il countdown inizia

A poco a poco la data del trasloco in quel di Vezia si avvicina sempre più. In attesa di vedere montati i primi mobili, abbiamo ricevuto le chiavi (ancora provvisorie) del nostro futuro nido.

A parte qualche dettaglio ancora mancante, l’appartamento è finito, pronto ad accoglierci: abbiamo quindi scattato qualche fotografia per mostrarvelo ancora vuoto ed immacolato.
Ed ora, misure e metro alla mano, vediamo di iniziare a sbizzarrirci con la fase di composizione dei vari locali, con la scelta dei mobili da tenere e quelli da sostituire, con le cassette da trasoloco o i sacchi dei rifiuti da riempire, con la selezione dei possibili acquisti e quelli che, invece, resteranno i sogni nel cassetto. 3, 2, 1, via… con l’adrenalina!!!!!

Zürich 2011: gita dell’ultimo giorno

Ed anche la mia permanenza in quel di Zurigo sta giungendo al termine.
L’ultima mattinata a mia disposizione, vista anche una meteo meno peggiore del previsto, l’ho passata in alcuni angoli della città, che, insieme a molti altri, avrò modo di portare nei ricordi per un po’ di tempo…
Dapprima sono stato ad Irchel: non potevo non andare ad uno dei padiglioni dell’università, essendo io stato già in più occasioni a quelli del Poli ad Hönngerberg. Due luoghi decisamente diversi, ma senza dubbio il parco di Irchel ha qualcosa di speciale che manca sulla collina degli scienziati/architetti: Giana non me ne voglia, eheheh 😉
In seguito, osservando dal finestrino del tram, ho scoperto l’esistenza della funicolare del Rigiblick: beh, perché non andarci? In pochi minuti si sale nella zona del Susenberg, ai piedi del Weierholz e da lassù si può godere di un bel panorama sulla city, sui dintorni e sul lago (vedasi la seconda foto qui sotto).
Dopo la discesa, tappa alla Polyterasse (foto 3 e 4) e pranzetto con gustosissima focaccia in riva al lago a Bellevue.
Per concludere il soggiorno, cosa manca? Ovvio, la mia Mecca, che, no, non è l’Applestore, bensì la filiale di Amag Utoquai, nella quale ho pure avuto modo di farmi dire dal venditore che posso dormire sonni tranquilli, in quanto per 1-2 anni non dovrebbero uscire restyling della Q5 🙂

Bene…, ed ora… posso preparare le valigie per tornare in Ticino.