Vacanze a Bibione

Con qualche settimana di “ritardo” dal nostro rientro, scriviamo oggi un breve resoconto sulle nostre vacanze al mare 2007… Purtroppo la possibilità di un aggiornamento in tempo reale non ci è stata possibile, a causa della mancanza del servizio internet nella camera d’albergo: è questa l’unica pecca del bell’hotel che ci ha ospitato per sei notti in quel di Bibione.

L’albergo, un vero paradiso per il “dolce far niente”: camere accoglienti, cibo a volontà, personale simpatico ed ospitale, tetto con panorama mozzafiato, piscina (mai usata, vista la cospicua presenza di bambini urlanti) e una lunga serie di lettini e poltrone con ombrellone sulla riva del Mare Adriatico.

Tutto ciò ci ha permesso di passare delle giornate di relax marittimo, sotto i raggi del sole (e l’ombra dell’ombrellone), accompagnati dalla brezza del mare, alcune granite e tante letture di riviste (da “Vanity Fair” a “Cellulari”, da “La mia 4×4” a “Focus”). Tutto ciò con qualche “pausa” culinaria nel ristorante dell’hotel – con ricco buffet di antipasti e dessert ed una fornita scelta tra quattro primi e quattro secondi – oppure nei ristoranti del nucleo (per quello che concerne le cene).

Dopo il relax di giorno, ecco il relax serale, con cocktail in albergo o passeggiate con shopping per le vie di Bibione, strade che, come vuole ogni paese turistico (anche Locarno, ora, ce l’ha fatta), sono pedonali per permettere ai turisti di muoversi agiatamente… Qua e là si trovano pure alcune piazze sulle quali, con giochi di luci e fontane, ci si può aggregare, anche ascoltando qualche concerto live, non sempre di buon gusto…

Proprio alcune delle attività promosse dalle autorità locali hanno lasciato a desiderare… Dopo un orecchiabile concerto di una band locale (cover di musiche anni ’60 – ’80), ci siamo subiti per due giorni un gruppo di scalmanati cristiani intenti a promuovere concerti di rock e messe all’aperto in riva al mare per incontrare Gesù. Li si trovavano dappertutto, in piazza, per le strade, e pure in spiaggia sui pedalò che sbraitavano dentro a megafoni colorati per raggiungere anche le orecchie meno interessate: una vera tortura, ma, ormai, certe cose accadono solo nella vicina penisola…

“Vu pregà” a parte, una bella vacanza, capace di farci spegnere il cervello per alcuni giorni, lontani dal tran tran locale e dalle piccole grandi beghe quotidiane… 🙂

E se anche Manuel ha apprezzato, è già tutto dire, visto il suo legame non troppo saldo con il mare… 😉

Ponte a Davos

Approfittando della generosità dello Stato del Canton Ticino, che ha gentilmente offerto un giorno di vacanza a studenti e docenti, abbiamo colto l’occasione di passare qualche giorno di relax in quel di Davos: sta ormai diventando una nostra tradizione questo soggiorno dell’ascensione.

Partendo da casa, avevamo già il sentore di finire al fresco, ma pensavamo di metterci decisamente meno. Infatti, già sul Piano di Magadino, abbiamo avuto modo di incontrare il primo ingorgo. Beh, di fondo c’è chi dice che un’autostrada da queste parti non serva, forse preferiscono avere maggiore inquinamento sui pomodori che dovrebbero venir sacrificati con la costruzione della nuova via di comunicazione.

Quando finalmente in autostrada si stava viaggiando ad un ritmo sostenuto, ecco che… abbiamo dovuto gustarci un qualche tornante della vecchia strada cantonale del San Bernardino (visto che lungo l’autostrada si stanno rinnovando alcune gallerie). La deviazione sarebbe anche stata piacevole, con la nostra rossa le curve e le salite sono divertenti, se non che ci hanno pensato alcuni camion a rovinare la festa. Autocarri che, nonostante qualche sorpasso al limite del legale, hanno proseguito a rallentare il traffico fino a quel di Thusis. Vabbe’, lo sapevamo, faceva parte del gioco.

Una volta fuori dall’autostrada, quando sembrava che gli ostacoli fossero stati tutti superati, ecco che si sono messi alcuni semafori di cantiere a mettere a dura prova i nervi del solerte autista, il quale, quando la strada e gli altri utenti lo permettevano, provava piacere a schiacciare il gas della nostra auto, fino a far perdere qualche capello al passeggero.

Beh, con qualche accelerazione, qualche curva a prova di tenuta di strada, siamo comunque riusciti a raggiungere la destinazione con “solo” mezz’ora di ritardo.

Come volevasi dimostrare, le previsioni di frescura erano azzeccate, e i giacconi invernali sono subito usciti dai nostri bagagli. Con una temperatura molto vicina allo 0 ci siamo addormentati prevedendo un bianco risveglio.

Come sempre, a complemento dei nostri racconti si può trovare un piccolo “fotoromanzo” nella nostra attrezzata Gallery.

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Non c’è che dire, a Locarno Monti potrebbero tranquillamente assumerci: infatti abbiamo avuto il nostro bianco risveglio.

Dopo qualche scatto fotografico ci siamo “imbottiti” e ci siamo recati a far colazione all’ormai mitico Choccolino. Sarà che non siamo più abituati, ma sembrava proprio che facesse più freddo oggi che durante le vacanze natalizie (commento di Manuel: ma che bello il freddo!).

Ora la neve ha lasciato spazio alla pioggia, e ci si prospetta un pomeriggio casalingo.

La speranza è che nei prossimi giorni torni a splendere il sole, alla faccia del detto “Se’l piöv ul dì de l’Ascensa, per quaranta dì sem mai senza” 😆

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Il pomeriggio di giovedì è passato praticamente tutto in ricerche varie…
Dapprima, intorno alle 14.30, abbiamo avuto la brillante idea di cercare un posto dove pranzare: idea folle se pensiamo che siamo in bassa stagione e per di più in un giorno festivo… Beh, dopo aver vagato per diversi ristoranti chiusi o a prezzi non troppo accessibili, abbiamo deciso di ripiegare su una baguette al Cioccolino: alla fin fine è stata comunque un’ottima scelta.

Una volta rincasati abbiamo iniziato a cercare un appartamento per le prossime vacanze invernali. Nulla sul sito dell’ente del turismo, occupati dei begli appartamenti su un sito trovato per caso, occupato l’appartamento che ci ha ospitato negli ultimi anni, occupati o non affittabili per una settimana gli appartamenti di persone trovate attraverso “agganci esterni”… Dopo aver valutato ben 6 possibilità ci siamo lasciati prendere dallo sconforto e abbiamo deciso di andare ad affogare il dispiacere in una succulenta cena presso il ristorante Parma (uno dei pochissimi aperti e decisamente tutt’altro che a buon mercato).

Durante la cena ci è venuta in mente l’esistenza della Interhome (agenzia immobiliare che abbiamo conosciuto qualche anno fa andando a Ovronnaz) e abbiamo trovato qualche appartamento interessante… Dopo qualche visita online e qualche telefonata nella mattinata odierna (venerdì) ci sono rimasti due potenziali appartamenti, che andremo a vedere nel pomeriggio… Speriamo in bene, teoricamente uno dei due sarà visitato, prima che da noi, da un’altra coppia: speriamo eventualmente di batterli sul tempo di riservazione 😆 …

Beh, si vedrà…

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Nel pomeriggio il sole è tornato a splendere e ci ha portato l’appartamento per capodanno. Ad ogni ora avevamo un appuntamento (3 in totale) per visitare i 3 potenziali appartamenti ancora liberi. Il primo era mediocre, ma in una posizione interessante dal punto di vista dell’accesso stradale. Il secondo era assolutamente orrido e da evitare. Il terzo è stato quello buono (e ci sono anche le foto sulla gallery). È vero che forse non è il top dal punto di vista dell’arredamento, ma non ci soffermiamo su questi dettagli.

Tra un appartamento e l’altro siamo comunque riusciti a dare un’occhiata in avanscoperta a quello che potrà essere lo shopping di domani e siamo pure riusciti (seconda buona notizia del giorno) a scoprire che la Audi A5 esisterà con gli optional “4×4” e “cambio automatico” simultaneamente. Ora non ci resta che diventare più ricchi 🙂

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Per dare un senso alla massima scritta come titolo di questo post, questa mattina abbiamo deciso di soddisfare la nostra mente e le nostre emozioni subito dopo la colazione. Come? Nulla di più semplice…, con una mezz’ora mozzafiato di shopping selvaggio in due negozi di abbigliamento e calzature. C’è stato solo un momento di smarrimento: delle bellissime infradito per Milijan non c’erano nella grandezza (o piccolezza) desiderata, ma l’angoscia del momento è stata subito placata acquistando delle altrettanto belle scarpe, accompagnate poi da un paio di scarpe per Manuel, qualche T-Shirt e un paio di pantaloni corti, per accogliere l’estate che in Ticino è già arrivata…

Dopo il godimento della mente ci sembrava giusto fare qualcosa anche per il corpo: una piccola camminata (rigorosamente NON in salita) alla Schatzalp, unica zona “montana” raggiungibile in questi giorni di “bassa stagione”.
Dopo aver preso la funicolare per raggiungere la semi-vetta, ci siamo fermati a ristorarci sulla terrazza dell’unico locale aperto e vi lasciamo immaginare che tipo di invasione di turisti ci possa essere stata. Successivamente abbiamo pensato di digerire facendo una folle discesa sulla pista di bob estiva, per poi sgranchirci le gambe sulla magnifica terrazza naturale dell’alpe, contornata da folti alberi e colorati fiori, nonché da un panorama sulle montagne circostanti, rese ancor più belle dal terso color blu del cielo, nel quale rifletteva in tutto il suo vigore un sole dai candidi e tiepidi raggi… Una visione poetica, insomma, il classico locus amenus 😛

La discesa dalla Schatzalp non è stata meno spettacolare…, visto che, come tradizione vuole (ormai consolidata da alcuni anni), abbiamo percorso il “sentiero degli scoiattoli”, sentiero che si perde nel bosco, nel quale scoiattoli ed uccelli vari inseguono i passanti nella speranza di ricevere qualche nocciolina o frutta secca. Dopo un inizio di sentiero povero di animali golosi ci siamo stufati di tenere con noi il sacchetto di noccioline e l’abbiamo donato ad un cestino per i rifiuti… Il caro buon vecchio Murphy (quello dell’omonima legge) ha quindi fatto capolino: al termine del sentiero abbiamo incontrato uno scoiattolo particolarmente intraprendente, che ci ha praticamente assalito alla ricerca delle noccioline da poco gettate… Triste e sconsolato, dopo aver scoperto che eravamo adatti solo a fungere da alberi, lo scoiattolo ci ha lasciati e ci siamo quindi recati a bere qualcosina lungo la Promenade del paese…

Il pomeriggio è poi “conluso” con un ennesimo “godimento” per la mente (soprattutto per quella di Milijan): una scampagnata con l’amata golf fino al cucuzzolo del passo della Flüela, dal quale abbiamo potuto ammirare un ulteriore panorama che questa regione offre ai suoi visitatori…, panorami ed altro che evidentemente abbiamo provveduto a pubblicare sulla gallery.

Ora, dopo una doccia ricostituente, la tradizione vuole che si vada in una delle istituzioni del paese: il “Buffalo american grill steak house”, nel quale ci aspetta una succulenta cena, seguita poi da una capatina al casinò… Chissà che la dea bendata non ci faccia un salutino, anche se pensiamo che in questi giorni è stata “dei nostri” già abbastanza…

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Ed eccoci qua, per l’ultima puntata del nostro ponte dell’Ascensione. Come da programma, la cena al ristorante Buffalo Grill è stata eccezionale. E (quasi) come da programma, al casinò abbiamo perso 40.- in pochi minuti … quindi ce ne siamo andati subito, onde evitare di peggiorare le cose.

Purtroppo anche la domenica mattina è arrivata in fretta, ed era già ora di ripartire. Riordiniamo l’appartamento, qualche pulitina qui e là, e, dopo una veloce colazione al Cioccolino, ci mettiamo in viaggio per il Ticino.

Per fortuna stavolta non c’era traffico di rilievo. In compenso c’era nella direzione opposta (i turisti che tornavano a casa … già, noi eravamo un po’ in “controtendenza”!). Durante il viaggio (durante il quale stavolta non ho perso capelli) siamo stati allietati, durante il radiogiornale, dalla canzone “Les Trois Cloches” cantata dalla nostra Presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey in una trasmissione della TSR, per la quale abbiamo creato un apposito topic con sondaggio.

In qualche minuto in più rispetto a quanto stimato dal navigatore, a causa del cantiere dei viadotti di Pian San Giacomo, e con una media record di 6.3 l/100km, siamo arrivati a casa con successo.

A Locarno siamo stati accolti da una temperatura piacevole per alcuni, meno piacevole per altri (io!), ma vabbé, l’estate ticinese è alle porte!

Auto di famiglia – Golf GTI

Dopo l’apprezzato foto shooting della “vecchia” Audi A3, ecco qui un piccolo assaggino della nostra VW Golf GTI. È passato quasi un anno dall’acquisto della vettura e abbiamo nuovamente approfittato delle “pulizie di primavera” apportate dai nostri meccanici di fiducia.
Ora che il servizio fotografico è stato fatto… possiamo anche cambiare auto 😆 …

Come scrissi già in occasione della pubblicazione delle immagini della nostra ex-vettura, vi invitiamo ad armarvi di macchina fotografica e rendere a vostra volta un “omaggio” alla vostra quattro ruote.

Volo sulle Alpi

Ciao a tutti,
dopo un po’ di “letargo” del Guestbook, abbiamo pensato di mettere online qualcosa di nuovo: le foto del nostro volo sulle Alpi del 28 dicembre 2006, a bordo di HB-PPQ.

Le foto sono state fatte da Milijan, usando la Sony DSC-W100 gentilmente sponsorizzata dai miei carissimi amici :wink: … mentre io ero occupato a tenere dritto l’aereo.

Ecco qui il link alla gallery.

Buona visione!

Una magnifica orribile opera di bricolage

Tutta questa odissea è incominciata alla fine di giugno quando, ad un corso di aggiornamento, mi è stato detto che lo strumento adatto per costruire la “banca dei numeri” (un sussidio per facilitare l’apprendimento di diversi aspetti della conoscenza sui numeri) era semplicemente un “porta cd” in vendita presso Ikea. Eccezionale: un prodotto a basso costo e nessun tipo di lavoro manuale al di fuori della preparazione dei biglietti raffiguranti i numeri…, cosa si può volere di meglio?
Quale sconforto mi ha assalito alla scoperta che questo prodotto non era più in mercato ve lo faccio immaginare… Scene di panico, seguite da corse estenuanti in altri negozi alla ricerca di oggetti simili a quello di cui necessitavo (la ricerca non ha risparmiato neppure un negozio di Berlino), ma il risultato è stato il vuoto più assoluto.
Un mese dopo, ormai nella piena crisi esistenziale, mi sono nuovamente recato da Ikea ad acquistare delle scatole che, nei miei progetti mentali, potevano sostituire degnamente, ma con un po’ di lavoro in più, gli ormai estinti “porta cd”.
A questo punto è incominciata la prima tappa del lavoro: munito di pezzi di compensato, istruzioni, viti, chiodi, martello ed avvitatore elettrico, mi sono cimentato nella costruzione delle tre scatole. Viste le qualità da bricoleur del sottoscritto, e chi mi conosce bene sa di cosa sto parlando, il primo risultato è apparso decisamente soddisfacente.
Il peggio è arrivato in seguito, quando si è resa necessaria la costruzione dei separatori in cartone da 3 mm…


Un lavoro da certosino, con riga e taglierino, che mi ha portato, all’apice della disperazione, a voler gettare dalla finestra tutto quanto già costruito, noncurante del fatto che avrei potuto uccidere un qualsiasi passante che camminava otto piani sotto.
Qualche camomilla dopo (no, non è vero, con il caldo che faceva la camomilla è stata sostituita da qualche gelato) è stata avviata la tappa di rifiniture

ed incollamento dei pezzi di cartone nella scatola,

un lavoro protrattosi per alcune mattine (visto che il pomeriggio lo passavo in riva al lago a leggere un libro, a farmi distrarre da gente varia e a prendere un po’ di tintarella) e che ha portato alla conclusione della struttura delle prime sei “banche dei numeri” (le rimanenti tre, a questo punto, le rimando a data da definirsi).

Nel frattempo, presso la cartoleria di fiducia, ho fatto plastificare i cartoncini preventivamente preparati al computer, da poi inserire nella famigerata “banca”: un lavoro che ho dato in “outsourcing” e che ha chiaramente avuto il suo prezzo (ma anche un notevole risparmio in fatto di energie nervose che non ho dovuto utilizzare in questo ulteriore lavoro manuale).
Ora eccoci all’ultima tappa di questa opera faraonica: il ritaglio dei bigliettini ed il rispettivo inserimento nel posto giusto all’interno della scatola…

Sarà questo il lavoro più semplice e per fortuna ho ancora qualche giorno di tempo per poi arrivare alla fine di questa titanica avventura.

Senza dubbio l’opera conclusa non è come quella che avevo preventivato nei miei sogni, ma, viste le mie due mani sinistre, non è che il risultato finale sia poi così malvagio.
Nonostante io sia parzialmente disoccupato, non chiedetemi di diventare il costruttore ufficiale delle “banche dei numeri”, la vostra incolumità potrebbe risentirne!!!

Vacanze a Berlino

Visto che eravate ben abituati lo scorso anno, abbiamo pensato di riproporvi un “trip report” quotidiano dalle nostre vacanze: lasciati alle spalle gli Stati Uniti siamo tornati più vicini a casa, ovvero nella capitale della Germania, Berlino.

Tutto è incominciato nel peggiore dei modi: dopo una notte insonne a causa del caldo locarnese, la sveglia è stata rapida e traumatica al momento in cui, alle 6 del mattino, la porta del nostro garage non si apriva. Un attento lavoro d’ingegneria di Manuel ha evitato di dover chiamare il taxi. Giunti a Agno, dopo aver polverizzato (talmente era secco) un gipfel, abbiamo percorso agiatamente il tragitto Lugano-Zurigo-Berlino (con un volo Darwin Airlines e uno Lufthansa Cityline).

Una volta entrati su suolo tedesco (non che il biglietto da visita dell’aeroporto sia tra i migliori), ci siamo avventurati su un autobus locale che ci ha portati dritti dritti al magnifico albergo, che ci accoglierà nei prossimi giorni: trattasi, come ormai quasi consuetudine, di un hotel della catena Radisson. La hall è veramente impressionante, come sembra dalla presentazione sul sito, e la camera è composta da un simpatico arredamento moderno.

Il primo pomeriggio berlinese è trascorso innanzitutto da Alex, per poi dare una prima sbirciatina a uno dei diversi centri commerciali cittadini (lo shopping fa oramai parte delle vacanze :-)).

Quando il caldo ha un po’ mollato la presa abbiamo preso un treno della linea “S” e ci siamo recati al fresco del Tiergarten, uno dei tanti polmoni verdi della capitale. Tra un sentiero, una ciclopista, un laghetto e un lungo fiume, siamo finiti (incredibile ma vero, senza farlo apposta) nei pressi di un prato per nudisti, guarda caso tutti maschi :lol:.

Lasciato il parco abbiamo raggiunto la Siegessäule (“stele della vittoria”, ndr), dove abbiamo pensato di fare un po’ di sport: 285 scalini dopo eccoci ricompensati dallo sforzo, grazie a un bel panorama sui dintorni.

Una breve pausa all’albergo e via alla ricerca di un ristorante. Siamo finiti in un quartiere residenziale, o meglio, ci siamo persi, e abbiamo scovato un ristorantino italo-messicano che cucinava pizze di buon livello e la pasta più piccante che abbiamo mai assaggiato.

Per digerire un’ultima camminata di perlustrazione nel quartiere comprendente diversi bar…

Prima della buonanotte ecco qui alcuni scatti della giornata, che verranno man mano aggiornati.

A domani!

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Dopo la prima rigenerante notte abbiamo deciso che “il buongiorno si vede dal mattino”: ma no, cosa andate pensando (fate bene, fate bene ;-)), stavamo parlando della colazione, che abbiamo degustato in uno dei diversi “dunkin donuts” cittadini, tanto per effettuare un remake delle passate vacanze new yorkesi.

Terminata la colazione, come ogni turista in regola deve fare, abbiamo acquistato un biglietto di uno dei diversi tour in bus della città e ci siamo fatti cullare da un torpedone cabriolet lungo le assolate e ben ventilate vie della capitale. Lungo il tragitto ci siamo concentrati su quanto ci veniva raccontato sui luoghi e sulla storia di Berlino e non sono state scattate fotografie. Niente paura, da buon docente, Milijan ha preso appunti e ci recheremo nei luoghi più suggestivi a “recuperare il tempo perso” nei prossimi giorni: non vi lasceremo senza fotografie…

Al termine del giro, ben istruiti e anche un tantino disidratanti, abbiamo deciso di far subito tesoro delle conoscenze apprese sul bus e di recarci al viale alberato dello shopping: il Kurfürstendamm (Ku’Damm). Qui c’è di che sbizzarrirsi: si passa dai negozi di marche eleganti a quelle più giovanili, dagli autosaloni di lusso ai bar con “terrazza-vista gente che passa”, dagli alberghi rinomati ai ristoranti di sandwich inmangiabili (non perché facciano schifo, ma perché i panini sono tanto tanto tanto grandi)… Morale della favola, un paio di scarpe acquistato da Milijan, due acque minerali da 6 euro, un paninone galattico per pranzo e un milk shake della Chiquita per rigenerarsi un po’…

Prima del rientro in albergo, visto che ci vuole anche un po’ di cultura, una capatina ai resti di una chiesa abbattutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale con relativa nuova costruzione e un’occhiata a un monumento “di catene” eretto in memoria del Muro di Berlino.

Ed ora, dopo un breve riposino con relativo aggiornamento delle news ticinesi e una rinfrescante doccia, eccoci qui pronti per recarci a cena in un ristorante sotto alla nostra camera d’albergo e poi via ad una festa organizzata a margine della CSD in quel dello zoo di Berlino; ci avranno mica preso per bestie (:-))…

Domani vi racconteremo cosa avremo combinato, ciao ciao

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Dove eravamo rimasti? Ah sì, alla cena e alla successiva festa allo zoo…
Bene, per quanto riguarda la cena, per la seconda sera consecutiva siamo andati in un ristorante italiano, proprio sotto al nostro albergo: due pizze, due Panaché (uhm, pardon, Alster) e un ronzio di italiani vicino al nostro tavolo, che per segnalare un ritardo nella loro “fornitura” della cena hanno iniziato a dire che le bibite si scaldavano (e la cameriera, molto furba, ha portato del ghiaccio :-))

Dopo cena, spostamento in quel dello zoo di Berlino, o meglio giro completo del recinto del parco, visto che avevamo sbagliato a trovare l’ingresso della festa. Una volta entrati al “Gay Party”, abbiamo potuto notare la differenza di numero di persone che popola questi tipi di eventi tra qui a Berlino e alle nostre latitudini: decisamente non c’è paragone…
Quindi, tanta gente, parecchi ballerini provetti (che movimenti sinuosi :-P), bella musica, insomma, davvero una serata riuscita, serata terminata purtroppo intorno a mezzanotte e mezza causa ultimo treno per “rincasare”.

E oggi?

Avrete sicuramente notato tutte le nuove foto apparse nella gallery, e qui di seguito vi possiamo fare un breve resoconto della scampagnata mattutina sotto al sole cocente… Albergo – Duomo di Berlino – Palazzo dell’opera – Strada “Unter der Linden” – Hotel Adlon (dove un teutonico doc ci aveva detto che avremmo trovato una lunghissima carta di acque minerali, ma che purtroppo hanno ritirato a causa della mancata richiesta e forse anche dei prezzi un po’ elevati) – Porta di Brandeburgo (luogo in cui é anche segnalata la presenza dell’ex muro attraverso una striscia di dadi in profido) – Bundestag – Reichstag (con i diversi modernissimi palazzi amministrativi) – Hauptbahnhof (maestosa opera archittettonica ultimata non molte settimane fa).

Un pranzo fast-food e low cost alla stazione e poi via in albergo a depositare lo zaino ed il materiale hi-tech fotografico…

Visto il caldo (si parlava di 38°) abbiamo pensato che non ci sarebbe stato nulla di meglio che un po’ di shopping nel centro commerciale più grande della città … Tanti negozi sotto ad un unico tetto, design, vestiti, hi-fi, degustazione di birre e cibi e, soprattutto, aria condizionata: una vera pacchia per ogni intenditore 😉
Dopo KaDeWe, un’ulteriore visitina presso Conrad, dove Manuel avrebbe dovuto recuperare i soldi spesi in abbigliamento vario da Milijan: negozio interessante, ma operazione fallita, sarà per un’altra volta… 🙂

Nel tardo pomeriggio rientro in albergo, attività diverse per rinfrescarsi e riprendersi dalla stancante giornata e poi partenza per una serata berlinese… Cena in uno steak house, salita sulla torre della televisione con splendido panorama 360° sulla città (siamo spiacenti, niente foto, al tardo crepuscolo non sarebbero venute bene) ed infine un cocktail presso “The Cave”, uno degli innumerevoli bar “arcobaleno” del quartiere Schönenberg, dove la popolazione locale è molta, anche se non particolarmente simpatica ed interessante…

E adesso, eccoci qui…, ‘notte ‘notte (;-))

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Bene, oggi poche parole e qualche immagine in più…

La mattinata é passata a Potsdamer Platz (quello che per tanti anni è stato uno spazio vuoto, polveroso e diviso in due dal muro, tanto da essere chiamato il “buco più grande d’Europa” e che oggi è un modernissimo quartiere con alti palazzi e negozi diversi); lì abbiamo visitato il Sony Center con il relativo shop del famoso marchio.

Dopo il moderno al limite con il futuristico, siamo ripiombati nella storia, con la visita al Checkpoint Charlie (il posto di frontiera, gestito dagli americani, tra Berlino Est e Ovest), allo storico museo del muro ed un fugace passaggio accanto ad uno degli ultimi rimasugli dell’ormai leggendario muro lasciato ancora intatto dalla comunità berlinese.
Per restare in tema di storia, siamo pure andati a visitare il memoriale dell’olocausto: su una vasta area sono state erette ben 2700 steli di cemento armato di altezze diverse che danno un’immagine suggestiva a questo luogo di memoria.

Per terminare in modo piacevole questa intensa giornata abbiamo pensato di farci un giretto in barca, approfittando di uno tanti “sightseeing” sulla Spree. Nulla da dire, una tappa obbligata che ogni turista deve fare…

Dopo una pausetta rinfrescante, cena tête-à-tête in uno dei ristorantini lungo il fiume sulla pittoresca Isola dei Pescatori, luogo discreto e suggestivo che abbiamo intravisto durante il percorso fluviale: non aspettatevi troppe informazioni sul prosequio della serata 😉

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La giornata di oggi è stata caratterizzata da sole 3 parole, che potrebbero essere “sole, cuore, amore” ma in realtà sono “Christopher Street Day“. Le foto seguiranno tra non molto.

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Siamo rincasati presto per voi, e abbiamo preparato le foto della CSD (suddivise in 4 sotto-album)

Tra breve seguiranno i commenti sulla giornata odierna.

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Per riprendersi dalle emozioni di ieri, oggi ci siamo dedicati a una giornata di visite a diversi musei…

Il primo ad avere l’onore di un nostro passaggio è stato il museo The Story of Berlin, nel quale ci è stato pure possibile scoprire un bunker anti-atomico ancora “funzionante”: la fatiscenza della struttura è quantomeno preoccupante. C’è da sperare che il suo scopo sia e resti per sempre solamente turistico.

Successivamente, dopo un aristocratico pranzo chez Burger King, è stata la volta del Schwules Museum, dove vengono passati in rassegna avvenimenti storici e culturali legati all’omosessualità.

Infine ci siamo recati nel nuovissimo DDR Museum, luogo in cui sono stati ripercorsi episodi già visti in altri musei, ma esclusivamente nell’ottica della popolazione della Germania dell’est.

Un buonissimo shake all’anguria ci ha portato al termine del pomeriggio. Un po’ di tempo per digerire, poi ultima cena in un ristorante della catena Maredo, già nota da Köln, a pochi metri dall’albergo e dall’isola dei pescatori, dove ci siamo deliziati venerdì, presso il ristorante Le Provençal: cucina francese su riva di fiume tedesco.

Ed ora è tempo di saluti, ma vi promettiamo di scrivere un ultimo commento a bocce ferme una volta rincasati in quel di Locarno.

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Per riprendersi dalle emozioni di ieri, oggi ci siamo dedicati a una giornata di visite a diversi musei…

Il primo ad avere l’onore di un nostro passaggio è stato il museo The Story of Berlin, nel quale ci è stato pure possibile scoprire un bunker anti-atomico ancora “funzionante”: la fatiscenza della struttura è quantomeno preoccupante. C’è da sperare che il suo scopo sia e resti per sempre solamente turistico.

Successivamente, dopo un aristocratico pranzo chez Burger King, è stata la volta del Schwules Museum, dove vengono passati in rassegna avvenimenti storici e culturali legati all’omosessualità.

Infine ci siamo recati nel nuovissimo DDR Museum, luogo in cui sono stati ripercorsi episodi già visti in altri musei, ma esclusivamente nell’ottica della popolazione della Germania dell’est.

Un buonissimo shake all’anguria ci ha portato al termine del pomeriggio. Un po’ di tempo per digerire, poi ultima cena in un ristorante della catena Maredo, già nota da Köln, a pochi metri dall’albergo e dall’isola dei pescatori, dove ci siamo deliziati venerdì, presso il ristorante Le Provençal: cucina francese su riva di fiume tedesco.

Ed ora è tempo di saluti, ma vi promettiamo di scrivere un ultimo commento a bocce ferme una volta rincasati in quel di Locarno.

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Bene, siamo tornati da poco più di una settimana e, piano piano, abbiamo ripreso il tran tran quotidiano (chi al lavoro, chi ancora, più o meno, in vacanza).
Fermandosi per un momento a riflettere, cosa ci è rimasto della vacanza di Berlino?

Le molteplici emozioni (raccontabili e non) suscitate dalla strepitosa CSD, che ci hanno portato a voler essere un po’ più propositivi nella variegata realtà associativa omosessuale locale;
l’enorme acquario della hall del nostro albergo, i suoi pesci colorati, i sub che pulivano e le decine di turisti stipati nell’ascensore che passava al suo interno;
il magnifico panorama che si godeva dalla torre della televisione, con le tante piccole luci che si accendevano a seguito dell’arrivo del crepuscolo;
il delizioso frullato-frappé all’anguria sorseggiato sulla via “Unter den Linden” in uno dei tanti caldi pomeriggi;
il caldo soffocante all’interno dei vagoni del metrò, che ci ha portato ad utilizzare maggiormente bus e SBahn;
la sfacchinata sulla Siegessäule (ma dopotutto in vacanza si può anche soffrire un po’);
la furbizia della cameriera del ristorante sotto l’albergo per zittire gli italiani lamentosi;
la logistica minuziosa ed illegale del gruppetto di personaggi che volevano fregare i turisti con il loro gioco “Wo ist Kugel” (chissà mai perché i popoli slavi non usano gli articoli?);
la rincorsa sul lungofiume ad un battello per vedere da vicino il funzionamento di una chiusa sulla Spree;
l’ultramoderna lavagna informatizzata vista in mezzo a tanti aggeggi tecnologici nel Sony Center;
le attività da turisti scansafatiche, quali il giro in bus ed in battello: perché leggere tutto sulle guide, se
le guide leggono le cose a te?
la lentezza stratosferica delle due biondine del bar Chiquita nella preparazione degli shake di frutta;
l’enorme superficie del Tiergarten e le sue diverse composizioni: dai nudisti ai ciclisti, dai lettori agli abbronzatori;
la differenza di partecipazione agli eventi gay tra una grande metropoli ed un provinciale cantone Svizzero bigotto;
la birra “diesel” bevuta da Manuel, allungata con la coca cola: accostamento un po’ strano, non trovate?
il sandwich della Subway che ancora oggi non si capisce come abbiamo fatto a trangugiare senza far danni;
gli orsi coloratissimi dell’Onu;
l’immensa grandezza del KaDeWe, molto simile al nostro Fox Town, ma anche molto più grande;
quel po’ di cultura che abbiamo assimilato e che ci ha decisamente interessati;
l’elevato numero di locali gaii sparpagliato nei tre grandi quartieri ad essi dedicati;
lo svedese un po’ tirone che voleva un Brandy in un ristorante Francese;
le tante “colate” di cemento armato modellate con gusto architettonico notevole che stanno rendendo moderna la splendida capitale;
i futuristici palazzi di Potsdamer Platz;
la commozione del monumento ai caduti omosessuali eliminati durante il “nazionalsocialismo”;
il poter tenersi per mano senza suscitare uno scandalo nazionale;
il silenzio interrotto da una scolaresca folle nel bel mezzo del monumento dell’olocausto;
la frescura che gli alberi della Ku’Damm permettevano lungo la via dello shopping;
e tanto, tanto, tanto altro ancora…

Vacanze a New York

Ogni vacanza porta con sé delle novità. Questa volta abbiamo pensato di aggiornarvi sulle nostre vacanze direttamente dalla nostra camera di albergo.

Siamo arrivati a New York ieri, 1. luglio 2005, dopo un volo freddo e un tantino lungo, che potrebbe aver “congestionato” lo stomaco di Milijan. Chiunque volesse intraprendere un viaggio simile si munisca di vestiti caldi (a strati).

Una volta usciti dall’aeroporto siamo subito riusciti a farci contattare da uno zelante tassista che si è poi rivelato essere il conducente di una limousine con sovrattassa: per “soli” $55 + $11 di mancia + $9 di tasse siamo arrivati in albergo, dove ci è stata assegnata una bellissima camera al 37. piano. Una volta sballate le valigie siamo usciti su Broadway: chi, come Milijan, vede New York per la prima volta, rimane colpito dall’immensità degli edifici e dalla mole di gente che si riversa sulle strade.

La prima giornata si è quindi conclusa con una camminata per le vie intorno a Times Square, dove tra l’altro si trova il nostro albergo: Hilton Times Square.

Dopo una notte disturbata dal fattorino del “room service” che ha sbagliato camera, ma con l’aiuto della miracolosa melatonina, ci siamo alzati di buon mattino alle 7:00. Questo ci ha permesso di vedere Broadway senza traffico, e di essere in cima all’Empire State Building per le 8:30, senza un minuto di coda. Il panorama dall’alto è mozzafiato ed è sicuramente una delle attività da svolgere qui.

Dopo aver scoperto il megastore Macy’s ed esserci fatti un’idea su ciò che compreremo nei prossimi giorni, ci siamo recati nuovamente all’albergo, dove abbiamo incontrato la titolare di un’azienda che collabora con Ticinocom: in questo modo Manuel ha potuto lavorare anche in vacanza, allietato comunque da un buon pranzo e da una buona compagnia. Compagnia decisamente migliore di quella degli accattoni da strada, che se potessero vi venderebbero anche la loro mamma. Evitarli è difficile, ma con il tempo ci si può anche riuscire.

Il pomeriggio ci siamo recati alla “World Trade Center Site”, meglio nota come “Ground Zero”, dove fino all’11 settembre 2001 sorgevano le Twin Towers. Intorno al profondo cratere una folla silenziosa ed emozionata ha l’occasione di ripercorrere la cronologia della terribile giornata, di leggere i nomi delle vittime e, perché no, di fermarsi un attimo a pensare all’accaduto. Sono parecchie le persone che hanno scritto dei messaggi (sempre gli stessi: “God Bless America”, “We Will Never Forget”, ecc.) sui piloni della recinzione e della nuova stazione ferroviaria sotterranea.

Già che c’eravamo abbiamo fatto una capatina nel vicino negozio “Century 21”: si tratta di un super-discount del discount dei vestiti di marca. Per $39 vi portate a casa una maglietta di Versace. Piccolo particolare: non ci si muove tra i fitti attaccapanni e tra la folla, e non ci sono le cabine per provare i vestiti, o se ci sono sono ben nascoste.

Dopo tutto questo sforzo ci siamo diretti verso Battery Park, dove abbiamo avuto modo di vedere il monumento “The Sphere”, che si trovava sotto le torri gemelle fino al loro abbattimento, ed ora è stato trasferito lì. Da Battery Park partono pure i vari battelli che portano all’isola della statua della libertà, che visiteremo uno dei prossimi giorni, probabilmente al mattino presto (perché oggi pomeriggio le code sembravano già interminabili).

Ed ora ci apprestiamo a cercare un ristorante per la cena.

Alcune foto fatte dalla nuova macchina fotografica possono essere visionate qui.

A presto
Manuel e Milijan

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Dove eravamo rimasti? Ah sì, dovevamo andare a cena. Abbiamo trovato un ristorante francese su Broadway, non molto lontano da Times Square: il suo nome è “Maison” e il cibo è decisamente buono. Al rientro in albergo abbiamo avuto modo di immergerci in una marea di gente che camminava sui diversi marciapiedi di Times Square. Un insieme di luci, colori e suoni (dei clacson) che si deve vivere almeno una volta durante il soggiorno.

Oggi invece, come previsto, ci siamo nuovamente svegliati presto e ci siamo diretti verso Battery Park, passando però prima per Wall Street (dove abbiamo visto la borsa e mangiato al Dunkin Donuts). Intorno alle 9 la coda per prendere i biglietti e per aspettare il battello che porta a Liberty Island è ancora contenuta (15 minuti). In breve tempo quindi ci siamo trovati a transitare sul mare per raggiungere l’isola della statua della libertà: una breve seduta fotografica e poi via verso Ellis Island, dove si trova il museo dell’immigrazione. Abbiamo avuto modo di scoprire come i nostri antenati raggiungevano il continente americano a bordo di enormi bastimenti e soprattutto come venivano “accolti” nel nuovo mondo. Un’interessante visita per capire che Schengen in confronto è una barzelletta :-).

Il rientro sulla terraferma è avvenuto nel primo pomeriggio. A quell’ora la colonna dei visitatori in attesa di salire sulle barche era almeno decuplicata. Quindi, chiunque volesse andare su Liberty Island è avvisato: il mattino ha l’oro in bocca.

Prima di pranzare a base di panini e pizza, abbiamo fatto una capatina al negozio B&H Photo Video che, per gli attenti osservatori, risulta essere la Mecca di Manuel. Infatti è quel negozio in cui potete acquistargli nuovo materiale fotografico, e dove tutti gli hobby-fotografi del mondo si riforniscono online (e qui a New York anche “dal vivo”).

Una pausa in albergo per far riposare i piedi e poi di nuovo via verso il palazzo dell’ONU, che stavolta abbiamo pure fotografato (battuta “insider” per chi si sente chiamato in causa…).

Prima di un po’ di abbeveraggio presso Starbucks Coffee (molto buono il té ghiacciato alla limonata e frutto di passione) abbiamo camminato nelle vie del quartiere, dopodiché siamo di nuovo rientrati in albergo.

Oggi è stata la classica giornata dove abbiamo ammortizzato la tessera Metrocard, valida per il trasporto sotterraneo della città.

Per oggi è tutto, ci rifaremo vivi domani!
(ndr: sono state aggiunte nuove foto al link che trovate nel nostro primo post)

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Giornata stressante per i piedi, quella odierna. Sul libro “guest informant” presente nella nostra camera d’albergo abbiamo letto che sul lungofiume di Brooklyn c’è una splendida vista su Manhattan: perché non provare a vedere se è vero? Abbiamo quindi preso il metro e ci siamo spostati in loco. Il panorama è effettivamente magnifico, come si vede anche dalle foto che abbiamo aggiunto.

Durante la seduta fotografica abbiamo notato che sul ponte di Brooklyn vi è la possibilità di camminare, e abbiamo deciso di affrontare la traversata sotto il sole, cullati comunque da una lieve brezza marina. In poco più di mezz’ora abbiamo raggiunto Manhattan. Dopo una pausa ristoro abbiamo cercato le tendine che si vedevano dal ponte: si trattava di un mercato organizzato espressamente per il 4 luglio su Water Street, strada chiusa al traffico per l’occasione. Durante la visita al mercato abbiamo provato l’ebbrezza di mangiare un hot dog “da carrello”.

Visto che non avevamo camminato abbastanza abbiamo deciso di spostarci in metro per visitare almeno una parte di Central Park. L’area verde New Yorkese è decisamente in contrasto con i palazzi, il traffico e il rumore a cui siamo (quasi) abituati. È decisamente rigenerante stare un po’ in mezzo al verde e al silenzio. Decideremo nei prossimi giorni se vorremo farci trasportare in bicicletta a 2 posti lungo tutta l’area del parco (per la modica cifra di $45).

Con i polmoni pieni di ossigeno siamo rientrati in albergo per fare una pausa di qualche oretta. Tra breve scenderemo nuovamente nella bolgia, che questa sera sarà ancora maggiore: infatti abbiamo previsto di andare a vedere, insieme ad altre 2 milioni di persone, i fuochi d’artificio dedicati alla festa dell’indipendenza e sponsorizzati da Macy’s.

A causa degli orari poco consoni non ceneremo in uno steak house come ieri sera (Broadway Joe’s Steakhouse, dove tutti a parte noi avevano un buono sconto del 20%, che ci è però stato prontamente offerto sul posto: buono il cibo, ma scarso il servizio; laddove avremmo per una volta potuto rinunciare a dare la mancia obbligatoria, era già inclusa nel conto – si sono fatti furbi!), ma continueremo a favorire la distruzione della flora intestinale mangiando in fast food e bevendo caffé bollenti o ghiacciati al gusto di nocciola.

A domani!

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Non possiamo andare a dormire senza prima dare un feedback sulla serata appena trascorsa. Ci siamo spostati su East River poco distanti dal palazzo dell’ONU dove, insieme a una marea di altre persone, abbiamo aspettato per 3 ore l’inizio dello spettacolo pirotecnico in occasione del 4 luglio. Per fortuna che prima avevamo sgranocchiato un panino in uno dei tanti ristoranti della Grand Central Station.

L’attesa ha sicuramente dato i suoi frutti: infatti lo show, anticipato da alcuni passaggi rasoterra di elicotteri della polizia e della guardia costiera, è stato entusiasmante. In poco più di mezz’ora sono stati esplosi 35000 fuochi d’artificio: migliaia di colori, botti e echi provenienti dagli alti palazzi retrostanti ci hanno circondati. Complice il vento, anche centinaia di pezzi di cenere e cartone sono venuti a farci visita sui vestiti e sui capelli. Intorno alle 22 (pardon, 10 PM), a spettacolo terminato, tutta la gente si è riversata sulla 42. strada, intasando il traffico e creando non pochi grattacapi ai servizi d’ordine. Nonostante la folla, abbiamo pensato di provare a prendere il metro che ci riportasse a Times Square: non sono stati molti ad avere la nostra idea, quindi, per nostra fortuna, abbiamo camminato meno.

Per riprenderci da tale sforzo, siamo andati a Times Square a terminare di girare il DVD della “CVS camera” usa e getta, regalataci dalla collega di Manuel incontrata sabato a pranzo. Infatti, non abbiamo foto dei fuochi d’artificio, ma unicamente un filmato digitale, che dobbiamo far “sviluppare” su DVD prima di partire. Dopodiché faremo del nostro meglio per provare a metterlo online.

Come elixir della buonanotte abbiamo bevuto un ottimo drink al bar “Blue Fin” (con splendida vista su Times Square). Un cocktail che sicuramente gusteremo ancora più di una volta.

Buonanotte a noi, buongiorno a voi!

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Quella appena trascorsa è stata sicuramente una giornata per lo più poco produttiva dal punto di vista delle attrazioni turistiche, ma decisamente più proficua per le ditte fornitrici delle nostre carte di credito. Abbiamo come prima cosa portato la nostra videocamera “usa e getta” da “sviluppare” e siamo ora in possesso di un DVD con 20 minuti di filmato (fuochi d’artificio del 4 luglio e Times Square) che proveremo a mettere in parte online nei prossimi giorni.

Approfittando dell’attesa di 1 ora per lo sviluppo, abbiamo raggiunto un centro commerciale a Columbus Circle presso gli studi della Time Warner. Abbiamo passato parecchio del nostro tempo nel negozio Armani Exchange (una linea un po’ più “trendy” rispetto alla classica Armani).

L’ora si stava ormai facendo tarda: abbiamo quindi preso il metro che ci ha portato in quel di Chinatown (da cui arriva l’unica foto pubblicata oggi). Il quartiere lascia trasparire una quantità di odori, sapori e disordine: sicuramente per gli amanti del genere asiatico la visita di Chinatown può essere una bella esperienza.

Un po’ meglio, ma non troppo, è Little Italy, quartiere in cui vi sono una moltitudine di ristoranti italiani, che di italiano hanno praticamente solo il nome. Abbiamo pranzato in uno di questi ristoranti e poi abbiamo deciso di fare rientro in albergo per una pausa.

L’esperto di inglese ha quindi letto il libro dell’albergo che descrive le attrazioni turistiche e i quartieri cittadini, e abbiamo così deciso che nei prossimi giorni ci lasceremo tentare da SoHo (che non sta, come solitamente si usa, per “Small Office / Home Office”, bensì per “South of Houston Street”).

L’orario di chiusura dei negozi era ancora lontano, quindi abbiamo deciso di spostarci dapprima in un’altra moschea dell’elettronica, e successivamente abbiamo deciso di dare il nostro contributo per la sponsorizzazione dei fuochi d’artificio di ieri: abbiamo infatti fatto acquisti di vestiti presso i grandi magazzini Macy’s.

La giornata è quindi terminata con cena e tour nel quartiere Chelsea, quartiere che sconsigliamo a gente con i gusti sessuali diversi dai nostri: è probabilmente inutile star qui a spiegarvi di cosa si tratta…

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Quella odierna è stata una giornata prettamente culturale. Dopo una sana colazione americana siamo andati a visitare il Metropolitan Museum of Art, il museo forse più grande che abbiamo mai visto, che, per essere visto nella maniera più proficua, dev’essere basato su una scelta ponderata delle sezioni che si vogliono osservare. Infatti, alcune “puttanate” (come dice il critico d’arte Manuel) possono essere tranquillamente tralasciate.

Nel tardo pomeriggio ci siamo invece recati nuovamente al Columbus Circle, nell’edificio Time Warner, per visitare gli studi della CNN. La visita è stata parecchio istruttiva ed interessante.

La serata è stata invece contraddistinta dalla superba visione del musical “The Lion King”, uno spettacolo emozionante, con brani e coreografie decisamente di alto livello, coronato da una standing ovation corale del pubblico in sala.

La nostra idea era poi quella di terminare in bellezza la giornata assaporando un cocktail al bar dell’albergo. Purtroppo, abbiamo dimenticato di specificare che nella Margarita volevamo la fragola, ed il risultato è stato alquanto deludente: probabilmente la nostra bevanda sta ora intasando le fognature di New York, a meno che non sia finita negli stomaci dei baristi.

Ed ora ci abbandoniamo all’ascolto di alcuni dei brani più suggestivi del musical appena visto.

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Gli attacchi terroristici che hanno sconvolto Londra questa mattina hanno avuto le loro ripercussioni anche sulla quotidianità New Yorkese: nelle stazioni della metropolitana e sui treni si sono visti molti più poliziotti, con mitragliatrici e cani anti-bomba, al seguito. Anche in superficie la situazione era diversa dagli altri giorni: spesso si potevano notare decine di macchine della polizia una in fila all’altra, come pure troupes televisive che intervistavano i cittadini sulle loro paure, sulle loro emozioni momentanee.

Nonostante questo abbiamo continuato la nostra vacanza senza intoppi. Abbiamo iniziato con il visitare il Museum of Modern Art, un museo, secondo noi, più piacevole del Metropolitan: abbiamo avuto modo di gustarci oggetti di design storico e contemporaneo, sculture del nostro artista Giacometti, come pure alcune belle opere di Monet, Picasso, Van Gogh, ecc.

Dopo un buon pranzo presso il ristorante “Mangia” abbiamo avuto modo di addentrarci nel quartiere a est di Central Park, dove, oltre all’albergo che ospiterà nei prossimi giorni Ale e Francesca, pullula di boutiques, ristoranti, garages, ecc. di alto livello. Non abbiamo potuto fare a meno di spendere un po’ dei nostri soldi in questo quartiere.

Non contenti al 100% di aver “scialacquato” i nostri conti postali, ci siamo nuovamente diretti verso B&H Photo Video, per soddisfare le improvvise voglie di Manuel in relazione alla fotografia.

Dopo una breve pausa in albergo e una cena in un ristorante italiano non particolarmente degno di nota, abbiamo approfittato del ritardo accumulato dalla tempesta tropicale “Cindy” per non perdere l’occasione di farci un giretto sul sightseeing tour cittadino Gray Line Night Loop, le cui foto sono visibili nella gallery: la città che non dorme mai, in versione notturna è ancora più suggestiva che alle luci del giorno.

Dopo aver percorso le vie di Manhattan e di Brooklyn, ed essere scesi dal nostro mezzo di trasporto un pochettino “frescolino”, ci siamo trattenuti in quel di Times Square per regalarci e regalarvi alcune immagini della piazza più fotografata del mondo…

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Come prima cosa avevamo ancora in sospeso un acquisto di Manuel. Infatti, al negozio B&H Photo Video un accessorio non era disponibile, e siamo stati pregati di andare a prenderlo il giorno successivo (oggi) nel loro magazzino di Brooklyn. Nel frattempo la tempesta tropicale “Cindy” era arrivata, e dire che stava diluviando era un eufemismo. Ci siamo quindi recati a Brooklyn col metro, dove avevamo intenzione di prendere un taxi per andare fino a questo magazzino. Purtroppo tutti i taxi che abbiamo trovato ci hanno dato “picche” dicendo che non conoscevano la zona (ma allora chi la conosce??). Per riassumere brevemente un’interminabile mezz’ora sotto la pioggia che scendeva a secchiellate, siamo arrivati, a piedi, fradici da capo a piedi al magazzino B&H, dove ci è stato consegnato il tanto atteso accessorio. Per fortuna il ricezionista è stato così gentile da chiamarci un taxi che conosceva la zona per tornare in albergo, dove i nostri vestiti e le scarpe stanno ancora asciugando adesso (8 ore dopo).

Dopo esserci cambiati i vestiti da capo a piedi e aver ripreso una temperatura corporea decente, siamo andati al Rockefeller Center, giusto per restare un po’ all’asciutto. L’idea che ci eravamo fatti del centro era probabilmente alquanto ottimista: infatti la visita ai negozi è durata quanto uno spuntino presso uno dei ristoranti del centro.

Era ormai giunta l’ora di provvedere al secondo acquisto in sospeso presso “Danielle B. Jewelry”. Una volta essere diventati proprietari dei nuovi gingilli, ci siamo spostati alla Manhattan Mall, un centro adatto per passare qualche minuto durante le giornate piovose, ma che, forse, non ha nulla da offrire dal punto di vista dei prodotti da acquistare.

Il pomeriggio è poi terminato in albergo con una seduta fotografica della stanza e un qualche minuto di riposo.

Per concludere positivamente questa giornata iniziata storta, abbiamo deciso di regalarci una cena presso Nick & Stef’s: uno Steakhouse elegante e raffinato, dove con $70 a testa ci si delizia il palato dalla carne ai dessert, dal vino al caffé (anche se resta un caffé americano). Chiunque volesse passare una serata piacevole e saziante presso questo ristorante sarà ampiamente soddisfatto.

Come ciliegina sulla torta dopo cena… ha smesso di piovere.

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Il sole questa mattina era di nuovo dei nostri, come pure alcune linee di febbre del Manuel. Dopo una sostanziosa colazione in uno dei tanti “Café Europa” della città ci siamo recati al Guggenheim Museum: si tratta di un museo con una particolare ma efficace architettura, che permette al visitatore di visitare le esposizioni con un ordine prestabilito, senza dover mai cercare il percorso giusto. A livello espositivo abbiamo trovato una serie di fotografie senz’altro molto ben riuscite.

Nel primo pomeriggio siamo rientrati all’albergo per ritirare la macchina fotografica ed avventurarci alla ricerca di alcune attrazioni scoperte durante il “Night Loop” di qualche sera fa. Abbiamo così fotografato il palazzo con il “murales” della DKNY (noto marchio d’abbigliamento) e i due diversi “memorial wall” dedicati alle vittime dell’11 settembre: uno comprendente fotografie delle persone scomparse, l’altro caratterizzato da migliaia di piastrelle dipinte da gente comune.

Tra un’attrazione e l’altra ci siamo pure imbattuti dapprima in una zelante agente dell’FBI che ci ha gentilmente vietato di immortalare un edificio federale a “One Federal Plaza”, poi in un meno gentile temporale.

Al rientro in albergo abbiamo fatto un’ennesima pausa prima di recarci da Ruth’s Chris Steak House, un altro ottimo ristorante da $70 a testa: l’ambiente, un po’ buio, e i coltelli non erano all’altezza del ristorante di ieri, mentre la carne era decisamente sublime.

Per terminare vogliamo darvi un ultimo piccolo consiglio: evitate di passeggare in città con le scarpe infradito. Nonostante possano essere comode, la pianta dei vostri piedi rischia di assumere uno strano velo nerastro.

Domani sarà ormai il nostro ultimo giorno: probabilmente ci recheremo in qualche parco capace di darci un po’ di frescura alle alte temperature previste, poi, in tardo pomeriggio, ci recheremo all’aeroporto per imbarcarci sull’aereo che ci riporterà in Svizzera.

Con la speranza di essere stati esaustivi e utili qualora vogliate intraprendere un viaggio nella Grande Mela, vi rimandiamo ad eventuali commenti a freddo una volta di nuovo tra le nostre 4 mura. Se nel frattempo volete darci un feedback, non ci offenderemo di sicuro :-).

Vacanze a Köln

Per terminare in bellezza il 2004 ci siamo indirizzati verso quella che si dice essere la “città più aperta della Germania”: Köln (Colonia), nella regione del Nord-Reno-Westfalia (anche soprannominata NRW).

Cercheremo di essere meno prolissi rispetto a Copenhangen, anche perché abbiamo visto meno cose (e fatto più shopping), nonostante la città offra numerose infrastrutture turistico-culturali.

Per quello che riguarda l’albergo abbiamo optato ancora una volta per la catena Radisson SAS (ormai siamo dei fedeli). Anche in questa occasione la scelta si è rivelata più che soddisfacente: l’albergo era abbastanza centrale e in pochi minuti di tram-metro si raggiungeva il centro cittadino. Nelle foto sottostanti si possono osservare la facciata dell’albergo e la camera da letto. Noi eravamo proprio sopra la hall (al 6. piano).


La città è dominata dal duomo e dal suo vicino Gross St. Martin. Questi 2 monumenti sono visibili nelle 3 foto seguenti.



Nelle immediate vicinanze, all’interno del quartiere pedonale, si può trovare anche il museo d’arte moderna e quello archeologico. Più importanti, però, sono le vie dello shopping, molto simili a quelle di Copenhangen, e rigorosamente pedonali. In ogni occasione si incontrano negozi sempre diversi, capaci di soddisfare i gusti di tutti quanti. Dopo un’approfondita visita in questa zona, il problema principale del turista rischia di diventare quello di non più riuscire a chiudere la valigia.

In tarda serata ci si può immergere nei quartieri che una città nella quale abitano 100’000 omosessuali deve avere per forza di cose :lol:. Nell’ente turistico locale ci si può addirittura armare di un prospetto che elenca tutti i bar, caffé, discoteche, negozi e altro che può interessare al turista gaio. Siamo rimasti soddisfatti dei seguenti locali: Café Schön, Dimenti, Barflo, Clip, Era, Brennerei Weiss. Dei giovani “charmant” come noi dovrebbero però evitare il quartiere “Heumarkt”, in quanto, come detto giustamente da un giovane londinese, lì pullulano gli “orsi pelosi” (chi non sapesse cosa si intende con questo termine può contattarci in separata sede o consultare Google :D).

Tappa obbligatoria è anche il Musical Dome, teatro dove al momento viene presentato il musical “We Will Rock You” (Queen). Non abbiamo mai sentito così tante belle voci tutte insieme in un unico “sacco del rüt” (così viene chiamato il Musical Dome dagli abitanti di Köln, visto che stona un tantino con l’architettura locale, come si può vedere nella foto seguente).

Chi ha esigenze romantiche può spendere qualche minuto della sera e della notte su uno degli 8 ponti sul Reno della città, e lasciarsi travolgere dal panorama che la città offre, e che si può vedere nelle seguenti 2 foto (un tramonto e una foto notturna).


Avendo vissuto in prima persona il capodanno in città (caratterizzato da fuochi d’artificio lanciati dai privati cittadini dai ponti o dal lungo-fiume) crediamo che gli indigeni non sbagliano quando dicono di avere diverse manifestazioni di gran lunga migliori rispetto ad altre città in Europa e nel mondo. Si tratta del capodanno stesso, del carnevale (chiamata anche “la 5. stagione”) e della CSD.

Auto di famiglia – Audi A3

Approfittando di una pulizia con i fiocchi da parte dei nostri meccanici di fiducia (che ci daranno presto un premio, dato che miglioriamo notevolmente con spese varie l’economia del garage :oops:), abbiamo deciso di “regalare” alla nostra macchinina un book fotografico degno di una fotomodella 😀

Sfruttando uno sfondo tipicamente locarnese speriamo di aver dato un giusto tributo al nostro affidabile mezzo di trasporto: osservare per credere