Renne al pascolo

Le festività sono alle porte e nella mia aula sono arrivate… le renne di Babbo Natale!

Questo pomeriggio ci siamo dedicati ai “lavoretti manuali” e non penso io debba descrivere quanto questa cosa possa essere drammatica per me: su queste pagine ho infatti già narrato una mia altra esperienza di bricolage.
Beh, che dire su queste renne?
Durante un’estenuante serata davanti a google ho trovato questo lavoretto tra centinaia di altre opere, dalle più strampalate alle più complicate, da quelle poco attuabili a quelle ancora meno che potabili.
Quest’oggi, invece, armati di matite e forbici, i miei alunni hanno ricalcato impronte di piedi e di mani e dopo quasi un’ora e mezza di orologio, la parete della mia aula si è trasformata… in un pascolo.
Qui di seguito scrivo infine la filastrocca che domani aggiungeranno al lavoretto odierno. In questo modo non mi si potrà dire che non faccio fare dei lavoretti alla mia classetta, eheh…
LE RENNE DI BABBO NATALE

Non solo fanno la slitta volare
e in ciel galoppano senza cadere.
Ogni renna ha il suo compito speciale
per saper dove i doni portare.
Cometa chiede a ciascuna stella
dov’è questa casa o dov’è quella.
Fulmine guarda di qui e di là
per sapere se la neve verrà.
Donnola segue del vento la scia
schivando le nubi che sbarran la via.
Freccia controlla il tempo scrupoloso;
ogni secondo che fugge è prezioso.
Ballerina tiene il passo cadenzato
per far sì che ogni ritardo sia recuperato.
Saltarello deve scalpitare
per dare il segnale di ripartire.
Donato è poi la renna postino
che porta le lettere d’ogni bambino.
Cupido, quello dal cuore d’oro,
sorveglia ogni dono come fosse un tesoro.
Quando vedete le renne volare
Babbo Natale sta per arrivare.

Una magnifica orribile opera di bricolage

Tutta questa odissea è incominciata alla fine di giugno quando, ad un corso di aggiornamento, mi è stato detto che lo strumento adatto per costruire la “banca dei numeri” (un sussidio per facilitare l’apprendimento di diversi aspetti della conoscenza sui numeri) era semplicemente un “porta cd” in vendita presso Ikea. Eccezionale: un prodotto a basso costo e nessun tipo di lavoro manuale al di fuori della preparazione dei biglietti raffiguranti i numeri…, cosa si può volere di meglio?
Quale sconforto mi ha assalito alla scoperta che questo prodotto non era più in mercato ve lo faccio immaginare… Scene di panico, seguite da corse estenuanti in altri negozi alla ricerca di oggetti simili a quello di cui necessitavo (la ricerca non ha risparmiato neppure un negozio di Berlino), ma il risultato è stato il vuoto più assoluto.
Un mese dopo, ormai nella piena crisi esistenziale, mi sono nuovamente recato da Ikea ad acquistare delle scatole che, nei miei progetti mentali, potevano sostituire degnamente, ma con un po’ di lavoro in più, gli ormai estinti “porta cd”.
A questo punto è incominciata la prima tappa del lavoro: munito di pezzi di compensato, istruzioni, viti, chiodi, martello ed avvitatore elettrico, mi sono cimentato nella costruzione delle tre scatole. Viste le qualità da bricoleur del sottoscritto, e chi mi conosce bene sa di cosa sto parlando, il primo risultato è apparso decisamente soddisfacente.
Il peggio è arrivato in seguito, quando si è resa necessaria la costruzione dei separatori in cartone da 3 mm…


Un lavoro da certosino, con riga e taglierino, che mi ha portato, all’apice della disperazione, a voler gettare dalla finestra tutto quanto già costruito, noncurante del fatto che avrei potuto uccidere un qualsiasi passante che camminava otto piani sotto.
Qualche camomilla dopo (no, non è vero, con il caldo che faceva la camomilla è stata sostituita da qualche gelato) è stata avviata la tappa di rifiniture

ed incollamento dei pezzi di cartone nella scatola,

un lavoro protrattosi per alcune mattine (visto che il pomeriggio lo passavo in riva al lago a leggere un libro, a farmi distrarre da gente varia e a prendere un po’ di tintarella) e che ha portato alla conclusione della struttura delle prime sei “banche dei numeri” (le rimanenti tre, a questo punto, le rimando a data da definirsi).

Nel frattempo, presso la cartoleria di fiducia, ho fatto plastificare i cartoncini preventivamente preparati al computer, da poi inserire nella famigerata “banca”: un lavoro che ho dato in “outsourcing” e che ha chiaramente avuto il suo prezzo (ma anche un notevole risparmio in fatto di energie nervose che non ho dovuto utilizzare in questo ulteriore lavoro manuale).
Ora eccoci all’ultima tappa di questa opera faraonica: il ritaglio dei bigliettini ed il rispettivo inserimento nel posto giusto all’interno della scatola…

Sarà questo il lavoro più semplice e per fortuna ho ancora qualche giorno di tempo per poi arrivare alla fine di questa titanica avventura.

Senza dubbio l’opera conclusa non è come quella che avevo preventivato nei miei sogni, ma, viste le mie due mani sinistre, non è che il risultato finale sia poi così malvagio.
Nonostante io sia parzialmente disoccupato, non chiedetemi di diventare il costruttore ufficiale delle “banche dei numeri”, la vostra incolumità potrebbe risentirne!!!