Un’estate al mare…

Dopo alcuni anni di assenza, eccoci tornati in una località marittima.
La scelta è caduta sull’isola di Mykonos e non poteva essere più azzeccata. Senza entrare troppo nei dettagli, perché l’entusiasmo rischierebbe di farci scrivere paginate di testo (tanto il volo Edelweiss verso Zurigo è ancora lungo e di tempo ce ne sarebbe…), vi esponiamo come d’abitudine alcuni elementi degni di nota che hanno contraddistinto la magnifica settimana che sta volgendo al termine.
L’isola che ci ha ospitati, di primo acchito, non si dimostra molto ospitale: il terreno arido, con pochissimo verde e parecchi edifici abbandonati a causa della crisi economica e di diversi abusi edilizi lascia un po’ di amaro in bocca, ma poi anche queste caratteristiche iniziano con il tempo a diventare un tutt’uno con quanto di bello si può ammirare, dalle spiagge incastonate tra le rocce alle pittoresche viuzze del centro cittadino, dal folcloristico caos sulle strade alle tradizionali chiesette sparpagliate in ogni dove.
Per potersi spostare nel territorio isolano (non troppo vasto) ci sono diverse possibilità: i bus che collegano i vari villaggi e le diverse spiagge, gli scooter, i quad e le auto a noleggio. Noi abbiamo optato per una vettura e crediamo di aver fatto la scelta migliore. Gli autobus sono spesso colmi all’inverosimile e talvolta non muniti di aria condizionata, gli scooter ed i quad (a causa di diversi incidenti nel passato) sono limitati a 50cc di cilindrata e le ripide e sconnesse strade dell’isola li rendono lenti e pericolosi (aggiungiamoci pure il poco confort che può arrecare il vento, talvolta anche molto forte), mentre con un’automobile di piccole dimensioni ci si sposta pressoché ovunque con abbastanza agio, anche se a volte con una certa dose di stress per il guidatore che si ritrova a dover affrontare strade più simili ad una Parigi-Dakar che ad una località turistica. Pure l’azienda di autonoleggio alla quale ci siamo rivolti (chiamata Nascar, ma della quale non esiste ancora il sito internet) si è dimostrata molto efficiente, con un veicolo in buono stato ed un servizio eccellente di consegna e ritiro dell’automobile direttamente all’albergo.
Con la nostra Peugeot abbiamo percorso l’isola in lungo ed in largo, esplorando spiagge, villaggi ed anche luoghi più remoti… Degni di nota sono i monasteri di Ano Mera, Little Venice a Mykonos, la chiesetta di Paraportiani, il nuovo porto e la zona dell’aeroporto per gli amanti dello spotting ed il faro di Fanari, sulla punta più ad ovest dell’isola, da dove si gode di un magnifico panorama e, nel nostro caso, di sferzate di vento inimmaginabili. Non in auto, ma con un battello dedicato, si può raggiungere in trenta minuti l’isola di Delos, sulla quale è possibile ammirare una vasta serie di reperti archeologici, farsi erudire da loquaci guide turistiche (riservabili a terra prima di partire o direttamente sul posto una volta attraccati) e salire sulla collina di 103 metri, lasciandosi poi cullare da una vista mozzafiato a 360 gradi.
Nel capitolo spiagge, possiamo dire di averne visitate diverse, ma quelle che ricorderemo con più fervore sono la Pinky Beach di Super Paradise (anche se non propriamente a buon mercato, se si opta per il pacchetto V.I.P. che include il servizio alla comoda sdraio ed un ombrellone in piena regola) e quella di Lia, con una mix di sabbia e sassolini estremamente rilassante. Vi sono comunque spiagge per tutti i generi di visitatori: da Paradise per i più festaioli ad Elia per chi ama il nudismo e la trasgressione, da Agios Ioannis con la sua vista su Delos a Agios Stefanos per chi non necessita di ombrelloni e servizi vari, da Platis Gialos ad Ornos per chi predilige le spiagge più popolate.
Dal profilo della ristorazione elenchiamo ora solo qualche nome di locali che a noi hanno lasciato una buona impressione, senza entrare nei dettagli, ma con l’invito di farci una capatina: Eva’s garden, Uno Con Carne e Koursasor a Mykonos, Bonatsa e Avli Tou Thodori a Platis Gialos, Konstantis sul lungomare di Ornos ed infine Pinky Beach e Liasti per quanto concerne il lunch sotto al solleone.

Tutto quanto di superbo abbiamo potuto vivere in questi giorni passati a Mykonos lo dobbiamo a chi, prima di partire da casa, ci ha dato alcuni consigli (grazie a Robi e Georgia per le dritte), ma soprattutto a Marios e Marina (con il piccolo Spyros), gli accoglienti proprietari dell’albergo Lithos by Spyros & Flora dove abbiamo alloggiato, che ci hanno consigliati, indirizzati alle spiagge ed ai ristoranti (prenotati direttamente da loro, così come pure la gita a Delos), deliziati al pool bar con smoothies e cocktails e coccolati con simpatia, gentilezza ed una dedizione all’ospitalità fuori dal comune. Mai come oggi ci siamo emozionati e commossi nel dover lasciare un albergo e delle persone straordinarie, che hanno reso questa rilassante vacanza un po’ più speciale. Salutandoci con un caloroso abbraccio ci siamo detti “Arrivederci” e sicuramente, prima o poi, torneremo a render visita a loro ed alla fantastica isola sulla quale vivono…

E come sempre vi lasciamo a qualche fotografia scattata sull’isola. Buona visione!

London: fourth round…

Seppure ci siamo già stati di recente, per una scampagnata di alcuni giorni Londra si rivela una simpatica meta, anche per cogliere l’occasione per salutare delle vecchie conoscenze (grazie a Marco per la cena in compagnia).
Non c’è molto da aggiungere rispetto ai tour precedenti, le attrazioni visitate, gira e rigira, sono spesso le stesse. Questa volta, ai vari must, abbiamo aggiunto la salita sullo Shard, dal quale si gode di un magnifico panorama (meteo permettendo e noi abbiamo dovuto attendere il terzo tentativo) ed una capatina ad un nuovo centro commerciale poco fuori dal centro, dove, tra le varie cose, abbiamo potuto pure ammirare un esemplare di Tesla Model S.
Per quanto concerne ciò che d’altro vale la pena visitare, beh, fate qualche salto nel passato di questo blog e lasciatevi guidare dai post precedenti…
Un piccolo consiglio mangereccio? Nei pressi della fermata del metro di Russell Square, dove abbiamo alloggiato, c’è un piccolo quartierino con diversi negozietti e ristorantini, soprattutto di grandi catene. Una colazione da Carluccio’s fa certamente iniziare bene la giornata ed un sushi “su binario” da Yosushi può certamente essere gradito da chi vuole stuzzicare pietanze nipponiche tra le più disparate (e non disperate).

Come d’abitudine, però, una gallery di qualche scatto memorabile non poteva certo mancare.
 

Stoccolma 2013… sogno di mezza estate

Ripercorrendo le località finora visitate, abbiamo notato un certo feeling con le città del nord e quest’anno abbiamo quindi optato per tornare a quelle latitudini, scegliendo come meta la capitale della Svezia, Stoccolma.

Dopo le esperienze acquisite in precedenza, abbiamo deciso di optare per un albergo della catena Radisson Blu, e la nostra scelta è caduta sul Waterfront, proprio in centro città. La struttura era moderna e accogliente, il buffet della colazione decisamente ricco, la camera confortevole e silenziosa, e non da ultimo, dotata di un collegamento Internet ad alta velocità degno di tale nome. Si consiglia di richiedere una stanza dei piani alti, dal numero dispari, in modo da poter beneficiare di un bel panorama.

Nonostante negli ultimi anni ce la fossimo presa un po’ comoda nel visitare musei e quant’altro, a Stoccolma ci siamo lasciati stupire dalla vasta offerta di luoghi da scoprire…
Abbiamo percorso i corridoi e le stanze del palazzo reale (che ha una camera in più di Buckingham Palace!), scrutato le corone degli antichi regali, assaporato e ballato sulle note degli Abba (e di altri musicisti svedesi), viaggiato (senza affondare) sul maestoso vascello Vasa.
Ci siamo calati nelle vesti di consiglieri comunali della città stazionando nei locali del municipio, abbiamo cercato di comprendere (con poco successo) i pensieri di alcuni artisti moderni, ci siamo lasciati avvolgere dalle immagini del Fotografiska.
Abbiamo solcato il tetto dello SkyView sull’Ericsson Globe e ci siamo fatti deliziare dal panorama offertoci dalla Kaknästornet.
Ci siamo lasciati erudire dalle guide del sightseeing tour con bus e battello e abbiamo percorso il lungo ed in largo la magnifica Gamla Stan, i lungomare e lungolaghi, le banchine dei porti (dove quotidianamente attraccano maestose navi da crociera), le vie pedonali dello shopping, le svariate isolette (come Kastellholmen o Langholmen, dove siamo stati gentilmente guidati da un indigeno), lo spensierato Gröna Lund, i parchi (che si possono percorrere tranquillamente anche in bicicletta),… Insomma, che camminate…

Dopo aver deliziato la vista era anche necessario offrire al palato la giusta ricompensa. Tra i vari locali visitati riteniamo degni di nota il Fem Små Hus, il TGI Friday’s (che pur essendo una catena è sempre simpatico), il Who is Mr. French?, il Chokladkoppen, il Mälarpaviljongen … e per un cocktail dopo cena, il bar dell’albergo, che ironicamente era quello con i prezzi più accessibili (da tenere presente che la tassa sugli alcolici in Svezia è molto elevata, facendo lievitare i prezzi quasi al doppio rispetto a quello a cui siamo abituati in Svizzera).

Come spesso accade, è comunque più intrigante lasciar correre i pensieri osservando qualche scatto caratteristico, per cui vi lasciamo partire alla scoperta della nostra tradizionale galleria “fotografiska”.

Londra 2012: la terza volta è quella buona…

Questa volta anche Milijan si è ricreduto…
Dopo un soggiorno in questa città appena tre anni e mezzo fa, complice la presenza nella capitale britannica di due amici, siamo tornati a Londra per una breve vacanza. Le scorse volte l’entusiasmo di Milijan non è stato ad alti livelli e qualche pregiudizio sulle bellezze londinesi aleggiava nella sua mente. Pertanto, l’occasione di avere una “guida” che conosce la città meglio di un turista, ci ha permesso di vedere luoghi diversi da quelli visitati nei soggiorni passati ed anche l’ammirazione verso la metropoli ha avuto la sua svolta.

Eppure l’inizio non è stato dei migliori… In fase di atterraggio all’aeroporto di London City, il forte vento ci ha costretti ad un go-around mozzafiato ed al secondo tentativo, malgrado qualche sferzata al nostro povero “Jumbolino”, abbiamo toccato terra con successo.

All’aeroporto ci attendeva già Mattia, la nostra guida per i tre giorni, e dopo una breve capatina al nostro albergo per depositare i bagagli, abbiamo iniziato, nonostante la tarda ora, con un primo giretto lungo il Tamigi, nella zona dei Jubilee Gardens, del London Eye e dei loro dintorni.

Di seguito, nei giorni successivi, le camminate si sono sviluppate nei pressi dell’albergo, nel quartiere di Westminster – con il tipico palazzo del parlamento ed il Big Ben -, a Camden Town ed il suo mercato (dove siamo poi tornati una sera a bere qualcosa e ad ascoltare un concerto con Marco, secondo amico presente nella capitale britannica), lungo il Regent’s canal accanto alle chiuse Camden Lock, sulla panoramica collina Primrose Hill all’interno di Regent’s Park, nel campus del college d’arte e design St Martins – ubicato in una fabbrica dell’epoca industriale magnificamente ristrutturata – , all’interno della stazione ferroviaria di St Pancras e a quella di King Cross, al laghetto Serpentine di Hyde Park, a Bakery Street dove viveva Sherlock Holmes, all’immancabile Buckingam Palace, nel cuore pulsante dell’economia Canary Wharf, nell’area pedonalizzata di Covent Garden, nel più antico mercato cittadino di Borough Market, ai piedi dello Shard – l’imponente grattacielo più alto d’Europa -, senza poi dimenticare attività più “venali” come le visite a Apple Store, alle boutique di Audi e di Bmw e ad una pasticceria ricca di delizie nella County Hall.
Una visita d’obbligo pure al quartiere residenziale dove vive Mattia ed in quattro e quattr’otto il soggiorno è trascorso e molto velocemente si è pure concluso.

Non possiamo che ringraziare Mattia per l’accoglienza e per averci fatto visitare la “sua” nuova città con uno sguardo più indigeno ed un ringraziamento va pure a Marco per la piacevole serata passata in sua compagnia…

E che dire infine di Londra? Beh, non c’è due senza tre ed il quattro vien da sé…

Per qualche tradizionale fotografia, potete invece cliccare qui e godervi i panorami…

USA 2012… Due settimane di puro entusiasmo

Da qualche anno mancava all’appello il continente americano e, complice una preventivata da tempo gita di famiglia, per le vacanze estive del 2012 abbiamo optato per una scampagnata di diverse tappe negli States.
Il viaggio è stato confezionato cercando di mescolare in un cocktail esplosivo ciò che di più diverso gli Stati Uniti hanno da offrire: la baraonda della metropoli, la quiete della natura montagnosa ancora incontaminata e l'”all-in-one” di un’unica grande città, dal mare alle montagne.

La prima tappa è stata una vecchia conoscenza: New York.
Qui, accompagnati da babbo Ernesto, mamma Francine, Nicolà (il brother) e Lucia (la futura cognata), abbiamo soggiornato presso l’Hotel Intercontinental Times Square, nel centro del cuore pulsante della Grande Mela.
Nei giorni della nostra permanenza abbiamo svolto svariate attività, da quelle culturali a quelle culinarie, da quelle più frivole a quelle più impegnative.
Degne di note le cene presso Megu o Ruth’s Chris Steakhouse o la colazione da Sarabeth’s per restare nel ramo alimentare.
L’immancabile Statua della Libertà e relativo museo di Ellis Island, la portaerei Intrepid ed i suoi aerei ed elicotteri, il Museum of Modern Art, il Top of the Rock, la Grand Central Terminal o ancora il Memorial del 9/11 sono le attrazioni che questa volta hanno colto la nostra attenzione.
La Fifth Avenue ed il suo shopping (evitiamo in questa pagina di linkare tutti i negozi visitati ahahahah), Times Square, Central Park, Battery Park e molti altri classici luoghi ci hanno deliziato nei momenti più leggeri e distensivi che in ogni vacanza devono esserci.

Eccovi le foto della tappa a New York.

Dopo la parentesi metropolitana, ci siamo imbarcati su un volo interno della Frontier Airlines che ci ha portati a Denver ed in seguito su un altro volo che ci ha trasportati dritti dritti nel cuore del Wyoming, a Jackson e nella sua regione. Lì ci attendevano gli zii di Manuel, Monica e Beat ed i loro cuccioloni Chief e Mahko.
Partendo dalla magnifica casa di Monica e Beat, adagiata su una collina con un’imperdibile vista, abbiamo svolto innumerevoli giri nella regione: ci siamo lasciati travolgere dal clima festoso di un rodeo, abbiamo visto da molto vicino un branco di bufali (e poi ce ne siamo mangiati pure un pezzo per cena), abbiamo goduto del panorama del massiccio del Grand Teton, abbiamo raggiunto la cima della Rendezvous Mountain, abbiamo seguito i rafter sullo Snake River e macinato centinaia di chilometri tra Wyoming ed Idaho… Una vera full immersion nell’America più remota e profonda.

Qui di seguito trovate le foto della visita in Wyoming:


A bordo di due diversi aerei della Delta Airlines (qui si capisce quando la gente dice che in America gli aerei sono equiparati agli autobus e tutti, bambini compresi, fanno quel che vogliono…) abbiamo raggiunto Los Angeles, passando dapprima da Salt Lake City.
Dopo un’ora di attesa per ricevere la nostra auto a noleggio, a notte inoltrata abbiamo raggiunto il nostro albergo a West Hollywood.
Il mattino seguente, accompagnati gentilmente da uno Swiss-Angeleno molto cortese ed appassionato della sua città, abbiamo scoperto le bellezze della località californiana. Michael ci ha scarrozzati dai monti al mare, dai quartieri dell’economia a quelli del cinema, dello sport e delle Very Important Persons, senza dimenticare i sobborghi multiculturali e quelli della comunità arcobaleno. Troppo complesso linkare qui tutto quello che abbiamo potuto conoscere dalla bocca del nostro cicerone, ma siamo certi che una guida turistica come la nostra in molti ce la possono invidiare. Grazie.
I due ultimi giorni di soggiorno a Los Angeles li abbiamo passati tra le stelle di Hollywood, agli Universal Studios (che Milijan credeva fino in ultimo che fossero unicamente gli studi cinematografici e non un parco dei divertimenti) e lungo le spiagge di Santa Monica e Venice Beach. Eh no, il mare non poteva mancare…

Così come non possono mancare le foto del nostro tour a Los Angeles e dintorni.


Dopo una decina di giorni su suolo americano, a malincuore ma con mille ricordi, eccoci di nuovo a casa, a riprenderci dal jetlag (anche se meno duro del previsto, grazie ai comodi sedili ed all’ottimo servizio della business class della nostra compagnia di bandiera) e a rielaborare alcuni degli scatti più caratteristici di questa entusiasmante vacanza…

Amsterdam: top e flop

Dopo aver visitato come ultima meta una capitale dell’Europa del sud, abbiamo nuovamente optato di viaggiare più verso nord…
La destinazione prescelta questa volta è stata Amsterdam.
Per rendere il resoconto della vacanza meno accademico, suddivideremo qui di seguito gli avvenimenti ed i luoghi “top”, che ci hanno positivamente impressionato, da quelli “flop”, ovvero ciò che ci ha lasciato un po’ l’amaro in bocca…
TOP
– La location dell’albergo (leggere tutto il testo, prima di eventualmente prenotare) che abbiamo scelto, a due passi dalla stazione centrale.
– La cordialità e l’efficienza del personale dell’albergo, nell’affrontare un nostro spiacevole reclamo.
– La gentilezza in generale della popolazione cittadina.
– L’utilizzo semplice ed efficace della rete dei trasporti pubblici (tram e bus), grazie alla carta illimitata di 72 ore.
– L’imperdibile “sightseeing” sui canali (ci sono diverse compagnie, non è detto che quella scelta da noi sia la migliore), per vedere la città da un’altra angolazione.
– L’impressionante didattica nelle presentazioni delle varie stanze del museo della navigazione.
– La replica del veliero “Amsterdam” ormeggiato presso il museo della navigazione e visitabile come parte dell’esposizione.
– La visita al Museo di Van Gogh, dove sono esposte alcune delle sue importanti opere e dove è possibile conoscere un po’ meglio la sua travagliata vita.
– La possibilità di acquistare il biglietto d’entrata per il museo di Van Gogh presso il museo dei diamanti (a poche centinaia di metri di distanza), per poi poter evitare di restare in coda ed entrare sorpassando la fila.
– La terrazza del museo Nemo, dove ipotizziamo che si possa godere di un bel panorama in caso di bel tempo.
– La Westerkerk e la gratificante vista dopo aver “scalato” parte della sua torre campanaria, nella quale è pure presente un interessante carillon di campane.
– L’Homomonument, un invito alla tolleranza ed un pensiero alle vittime dell’omofobia nel tempo e nei vari luoghi del mondo.
– La grande e brulicante (con il bel tempo) piazza Dam, con alcune similitudini con Radhuspladsen di Copenhagen.
Leidseplein, una bella piazzetta ricca di bar e relative terrazze; dev’essere decisamente piacevole passare lì le tiepide serate estive.
– La turistica scritta I Amsterdam nei pressi della Museumplain, dove i turisti si mettono nelle pose più improbabili per farsi scattare delle foto ricordo.
– L’unico mulino a vento presente ancora nel quartiere centrale (il mulino De Gooyer), che dà quel tocco di Olanda, se non ce ne fosse già abbastanza.
– Il negozio di lampade Nikoo, vicino alla Westerkerk: non è un museo, ma in fatto di design sa il fatto suo, eheheh.
– L’Apple Store: laddove c’è, non si può non andarci.
– Le pittoresche passeggiate lungo i canali, assaporando la particolare architettura della cittadina, decisamente a misura di turista “pigro”, con dimensioni relativamente ridotte della parte visibile di città e molti bar e ristoranti in ogni angolo.
– Le pittoresche – questa volta in un altro senso – scampagnate nel “Quartiere a luci rosse De Wallen”, con i saluti e gli occhiolini delle avvenenti signorine sedute in vetrina nell’attesa di donare piacere a qualche allupato cliente.
– La salutare camminata nel Vondelpark, con i suoi prati, i laghetti ed un sacco di gente che corre, va in bicicletta, in roller o semplicemente a passeggio.
– La senape al miele da abbinare al famoso formaggio Gouda, comperata poi in aeroporto allo shop tax-free, altrimenti non potevamo metterla nel bagaglio a mano.
– I succulenti hamburger preparati freschi davanti ai tuoi occhi in uno dei tre Burger Bar (peccato che abbiamo scelto il più piccolo dei vari locali presenti in città).
– Il design ed il discreto filetto di manzo presso il ristorante Cau.
– L’ottimo e piccantissimo filetto di manzo Bali, mangiato nel folcloristico ristorante Loetje (armarsi di pazienza prima di riuscire ad avere un tavolo!)
– Le buone colazioni (uova, salmone, bacon,… oppure anche gli Scones con la marmellata) nel ristorante Greenwoods, il locale in prima posizione secondo gli utenti di Trip Advisor.
FLOP
– I passeggeri sempre più maleducati e che rispettano sempre meno le semplici regole su di un volo, nonostante gli avvisi del personale di volo di Swiss.
– Il cartellone degli orari del treno in partenza dall’aeroporto di Schipol che ci ha indotto a prendere il treno sbagliato (ma senza troppe conseguenze).
– Il rumore prodotto dal cantiere sotto alla prima camera dell’albergo che ha fatto sì che chiedessimo una nuova stanza alle 2:30 di notte…
– Le dimensioni della seconda stanza ricevuta, ma per lo meno non c’era rumore.
– La coda davanti alle casse del museo di Van Gogh e della casa di Anne Frank (si parlava di tre ore di attesa), ma prontamente “scavalcata” nel primo caso.
– Le scale strettissime per salire sulla torre campanaria della Westerkerk (ma ne vale la pena).
– I due musei dell’Eros, che potevano offrire una qualità forse più stravagante.
– Lo Starbucks della stazione minuscolo e dove non si riesce a trovare posto. In caso di bisogno c’è un altro bar della catena lungo una delle linee del tram del centro.
– I pericolosi ciclisti che sbucano da ogni dove a velocità sostenuta e che non danno la precedenza ai pedoni.
– Il brutto tempo, che rende ovviamente meno pittoresca questa bella città.
E…
– Tutte le viuzze ed i monumenti che ci siamo persi, ma così abbiamo una scusa per tornare lì in vacanza.
E come sempre, vi lasciamo a una piccola collezione di foto scattate durante la breve vacanza.

Vacanze a Roma

Con qualche settimana di ritardo, ecco che oggi ci mettiamo a scribacchiare un po’ in merito alle nostre vacanze autunnali.
Il ritardo non è certamente dovuto al fatto che non vogliamo parlare dei nostri accompagnatori – Ale&Fra – che hanno aiutato a dare al soggiorno quel tocco di divertimento in più, bensì al fatto che non siamo rincasati (soprattutto Milijan) con un grande entusiasmo in merito alla località visitata.
Certo, di posti piacevoli ed interessanti ne abbiamo visti parecchi (Piazza di Spagna, Piazza Navona, il Vittoriano, la Fontana di Trevi, il Pantheon, il Colosseo ed il quartiere di Trastevere), però, purtroppo, il caos, il traffico parassitario, la sporcizia, la trascuratezza e la maleducazione di molti turisti non danno giustizia ad una città che potrebbe essere un vero e proprio gioiello. È un vero peccato vedere come si riesce a rovinare un simile luogo “monumentale”.
Vabbeh, a parte ciò vogliamo lo stesso condividere con voi qualche fotografia, scattata rigorosamente con il nuovo iPhone 4S di Manuel, che ora può sostituire tranquillamente la “vecchia” Cybershot delle vacanze, così come pure due link di due ristoranti dove ci siamo trovati davvero bene. Entrambi sono a Trastevere e sono: Ristorante da Meo Patacca e Ristorante Sabatini.
Ovviamente se qualcuno non condivide il parere espresso in modo molto diplomatico da Milijan, non esiti a controbattere nei commenti, eheheh. I giudizi sono sempre soggettivi…

Parigi: ultime considerazioni e foto

E come tutte le vacanze, anche quella di Parigi si è conclusa… Tenendo conto che si è trattato di un week-end prolungato, ha avuto la sua fine ancora prima.

Dopo un sabato sera all’insegna della cucina francese in un ristorante-cabaret di Montmarte, non senza aver prima brevemente visitato la chiesa di Sacre Coeur ed i suoi dintorni, la domenica ha avuto la sua breve parentesi culturale. Ci siamo infatti recati a vedere il museo dell’Orangerie, dove ci siamo lasciati trasportare dalle magnifiche “ninfee” di Monet e da diversi altri quadri d’autore presenti in questo piccolo condensato di grandi opere d’arte.
In seguito abbiamo percorso alcune zone della città in maniera un po’ casuale e ci siamo recati a vedere la zona del Grand Palais e poi ci siamo spinti fino al museo dell’esercito ubicato presso “les Invalides”. Pranzo veloce vicino a Nôtre-Dame ed ultima camminata fino alla Bastille ed in seguito nelle viuzze del Marais, dove abbiamo scoperto parecchie boutiques e negozi di arte e design di grande interesse… Abbiamo così trovato la scusa per tornare a Parigi molto presto, così da poter visitare meglio questi negozi, eheheh.
Un ultimo caffè in un bar “arcobaleno” nel Marais e poi via, verso casa… accumulando ritardi vari sui due voli in programma. Più di mezz’ora di ritardo a Charles de Gaulle, a causa dello spegnimento dell’impianto elettrico, generato dalla “caduta della valvola del gate da terzo mondo”, una corsa per i gate di Zurigo per raggiungere l’imbarco verso Lugano senza troppo ritardo e poi un’attesa di quasi 20 minuti per ricevere l’autorizzazione all’accensione dei motori presso Zürich Airport.
Morale della favola? Finale un po’ stressante di una vacanza all’insegna del bien-vivre…

Per concludere, qualche link ed in seguito, come tradizione vuole, alcuni scatti fotografici catturati durante il soggiorno.

Hotel Gabriel: la nostra sistemazione, in posizione comoda, a qualche centinaio di metri dalla fermata del métro République, che è uno degli snodi della rete sotterranea cittadina. L’albergo ha un design assai piacevole e delle finiture davvero apprezzabili, improntate al rilassamento ed al “disintossicamento” dello stress quotidiano. Sublime la doccia-vasca da bagno… Location consigliata e non escludiamo affatto di tornarci.

Buddha-Bar: ristorante certamente conosciuto dai più… Ci siamo fatti attrarre dal Sushi, ma per coloro a cui non piace il Wasabi…, beh, forse non è una buona scelta, eheh

Ristorante-Cabaret “La Crémaillère 1900”: ristorante a Montmarte, dove siamo stati allietati da una simpatica cantante e serviti da un cameriere divertente. Ambiente molto piacevole e cucina interessante: escargots, cosce di rana, filetto di manzo… Di tutto, per tutti i gusti.

Galeries La Fayette: che dire d’altro, se non Shopppppping?

Opencafé: bar accogliente nel quartiere di Marais, frequentato da parecchia gente gay e gay-friendly. Pare essere uno dei punti di ritrovo di maggiore afflusso della “scena arcobaleno” cittadina. Ci siamo stati di pomeriggio, per un caffè e l’atmosfera era distesa ed amichevole. Non sappiamo come sia di sera…

Quartiere di Marais: il quartiere più “caldo” della città. Visitato solo di sfuggita, ma con tanti aspetti intriganti da sicuramente approfondire. Un’ulteriore visita parigina può valere la pena solo per intrufolarsi con più attenzione per le strade di questa città nella città.

Ed ora…, spazio alle foto.

Shopping in Paris

Piccolo cambio di programma… Niente Montmartre pomeridiano, che abbiamo posticipato a questa sera, cenetta tête-à-tête inclusa.
L’alternativa, saggia per la vista, un po’ meno per l’economia famigliare, si chiama shopping: essendo a Parigi, lo shopping si fa chez Lafayette!
Nulla di preoccupante, solo acquisti di pelletteria ed una t-shirt, eheh.
Il clou, però, l’abbiamo udito all’uscita: un gruppo di attempati romani (o giù di lì) discute in compagnia… “Ma sto negozio non è mica del papà di quello che stava con Lady Diana? Mohammed Lafayette!”
Chi glielo dice che non siamo agli Harrod’s di Londra e che il signore in questione si chiama Al Fayed?

On se balade…

Mattinata al quartiere della Défense (dopo un tour de force con métro e RER), visita al Trocadero e, non poteva mancare… la Torre!!!
Ora pranzetto da qualche parte e poi andremo verso Montmartre.